Guzzanti, ripassa un po’ di storia prima di parlare di Berlinguer

L’altro giorno è apparso su “Il Giornale” (mi scuserà l’editore se non sono solito leggere tale spazzatura, me ne sono accorto solo ora via facebook) un articolo di Paolo Guzzanti, a pagina 8, dove sostanzialmente tira in ballo Enrico Berlinguer per l’inchiesta dei rimborsi non dovuti in Regione Lombardia, che ha pesantemente messo sotto accusa la destra e ora si è allargato anche al centrosinistra, in misura minore e per rimborsi di importo inferiore (ma non per questo meno grave). Quello che ha fatto più discutere è stato il barattolo di Nutella da 2,70 euro che Carlo Spreafico (PD) si è fatto rimborsare.

Dunque, cosa c’entra Enrico Berlinguer con tutto ciò? Ma certo, il sommo Guzzanti, famoso per aver indicato in Prodi “Mortadella” un agente del KGB (roba da far sbellicare anche Berlusconi ai tempi) con la commissione d’inchiesta che presiedeva (inutilmente), sostiene oramai un motivetto antico, per cui “la superiorità morale” della Sinistra sarebbe colpa di Berlinguer. Per questo sono giudicati più gravi gli scandali del centrodestra di quelli del centrosinistra. Scrive Guzzanti:

Tutto risale a Enrico Berlinguer che tentò una generosa, sfortunata, perché fallita, operazione: sganciarsi dalla sudditanza anche economica dell’Unione Sovietica rilanciando il suo partito, il Pci, come una gemma di pura moralità, formato soltanto da spiriti geneticamente modificati e superiori. Tutti gli altri – democristiani, socialisti, socialdemocratici – erano «moralmente diversi», cioè inferiori. Nacque così quel fenomeno che alcuni anni fa abbiamo definito l’arianesimo del bene: noi siamo il nuovo popolo ariano eticamente superiore per Dna, e tutti gli altri sono pezzenti, imbroglioni, malavitosi, speculatori, tangentisti, mafiosi.

Anzitutto, il povero Guzzanti forse non sa che “la sudditanza economica dall’Unione Sovieticafinì nel 1976 e fu avviata nel 1973 per volontà esplicita di Berlinguer, che, appunto, per autonomizzarsi da Mosca non voleva più lasciare in mano ai sovietici la stessa arma di ricatto con cui poi loro fecero fallire l’eurocomunismo, facendo tornare all’ovile Carrillo e Marchais. Se vuole dei riferimenti precisi, consulti “Adriano Guerra, La Solitudine di Berlinguer, Ediesse, 2009, pp. 153-157“.

Quanto alla “questione morale”, non se la inventò a partire dall’intervista di Scalfari: fu posta come questione nazionale più importante dopo il terremoto dell’Irpinia, soprattutto a causa del durissimo attacco alla classe dirigente statale di Sandro Pertini per i ritardi nei soccorsi. E da quel giorno divenne la discriminante per qualsiasi alleanza di governo, tanto che “l’alternativa democratica” si doveva fondare sulla partecipazione al governo “delle energie migliori della democrazia italiana, uomini capaci e onesti dei vari partiti e anche al di fuori di essi“.

Senza contare che l’integrità politica e morale del PCI erano talmente noti, anche a livello internazionale, che Kissinger arrivò a definire Berlinguer il comunista più pericoloso proprio per questo motivo. E il buon governo “comunista” nelle regioni e negli enti locali fu dimostrato in più di un’occasione, tanto che nel 1975 il PCI vinse le amministrative con lo slogan “Noi abbiamo le mani pulite: chi può dire altrettanto?

Poi c’è un fatto che forse Guzzanti dimentica: nel partito gli fecero la guerra sulla questione morale. E il perché l’abbiamo scoperto dopo, con Tangentopoli: c’era chi, soprattutto a Milano, che era perfettamente integrato nel sistema contro cui si batteva Berlinguer. Tant’è che dopo la sua morte tutto il grosso delle innovazioni politiche da lui introdotte fu archiviato (e quella fu la morte anzitutto ideale del Pci, prima ancora della caduta del Muro di Berlino). Tant’è che quando tutti dicono che “il PCI rimase illeso da Tangentopoli”, dice una grande sciocchezza: a Milano furono a decine i “miglioristi” beccati con le mani “nella Nutella“.

E per quanto riguarda Bettino Craxi e gli altri partiti: come ha scritto Giorgio Bocca, «forse il moralismo di Enrico Berlinguer era tardivo e velleitario, ma il pragmatismo affaristico di Craxi era una vergogna che noi liberalsocialisti, noi azionisti abbiamo vissuto con stupore e pena, sin dal giorno della unificazione e della pubblica presentazione del nuovo partito craxiano “dei nani e delle ballerine”. I Borrelli, i Di Pietro dovevano, per così dire, ancora nascere e il partito di Craxi delle tangenti e degli assessori era già in piena metastasi, raccoglieva tutti gli avventuristi e opportunisti dei famosi ceti emergenti, li radunava in congressi hollywoodiani, ma nel contempo svuotava le sezioni di partito.»

Oltre al fatto che i vertici del PCI erano continuamente spiati dal SISDE, tanto che nel 1995 trovarono pacchi di intercettazioni e dossier su Berlinguer e gli altri negli uffici di Bettino Craxi: se ci fosse stato anche solo qualcosa, l’avrebbero usato per mettere in moto la famosa “macchina del fango”. Nessuno, in vita, ci riuscì.

Il fatto che individui come Guzzanti ci provino, invano, da morto, li definisce in un modo che la fascia protetta e lo stile a cui mi ispiro mi impediscono di esplicitare.

144 commenti su “Guzzanti, ripassa un po’ di storia prima di parlare di Berlinguer”

  1. il giornale..libero..leghisti.comici individualisti.. non c’è differenza..e ricordo anche molti gruppettari che oggi si rispecchiano con Ingroia e che lo sostengono, si sono sempre differenziati da Berlinguer..a volte attaccandolo per la sua politica di centro sinistra!

  2. Ragazzi stiamo parlando di un mercenario, un pennivendolo al servizio di Silvio. Silvio ne ha un bel po sul libro paga di gente come lui. Attacchi pure qui vuole ma lasci perdere Enrico. Egli era e rimane intoccabile. Peccato non abbia avuto eredi politici nel suo Partito. Il suo patrimonio morale e politico purtroppo è andato disperso.

  3. povero guzzanti ,che voglia di farsi ricordare ,ma resta un piccolo venduto e sconosciuto che non conta un cazzo

  4. LA COSA ASSURDA CHE HA DUE FIGLI STUPENDI …MA LE STRONZATE CHE DICE NON HANNO MAI FINE; …ALTRA SUA CAZZATA “PERLA” ……”MORTADELLA” PRODI..UDITE, UDITE … AGENTE DEL…. KGB! ..QUINDI…(ho il sospetto che venga letto solo per le cazzate..)…

  5. la lingua di Guzzanti, che per una mutazione genetica non è collegata al cervello, risente del lungo lavorio a cui il proprietario l’ha sottoposta per nettare il posteriore del cavaliere tappo di arcore.

  6. Non Dimenticate, che Guzzanti, è uno dei prezzolati di Berlusconi, buono a preparare falsi Dossier, (MITROKIN)

  7. se non ricordo male i primi che ha screditato e rinnegato sono i suoi figli, quindi che vi aspettavate da un verme che fa parte dell’harem?

  8. Guzzanti è padre di quelli che fanno ridere e sono anche bravi. Lui ci prova con le sue affermazioni. Ma che si sciacqui la bocca con l’acido prima di parlare di Enrico Berlinguer. Un uomo che ha messo gli interessi della gente anche davanti a quelli della Sua famiglia.

  9. Guzzanti ha dimenticato la marea di persone che hanno reso omaggio alla salma di Berlinguer, mentre il suo padrino politico è morto latitante all’estero. Ma quello che più dispiace, è che sul giornale fondato da Antonio Gramsci, che tra l’altro ha fondato anche qualche altra cosa, qualcuno si spertica in acrobazie verbali per dimostrare l’indimostrabile e cioè che il partito di craxi fu distrutto dal complotto ordito dalla magistratura anziché dallo stesso craxi e dalla sua corte.

  10. la guzzanti era ancora lattante quando c’era il “MITICO ENRICO del PCI” lui doveva essere chiamato “RE” perchè era il volto del popolo della povertà e della uguaglianza e degli operai, chi lo critica è un povero meschino di cultura!!!!

  11. guzzanti un giornalaio a pagamento si dovrebbe rinchiudere dalla vergogna perchè è stato servo del potere e quindi non osi pronunciare il nome di Berlinguer, perchè lo insozza.

  12. soprattutto il Guzzanti si sciacqui la bocca con la varechina, prima di pronunciare il nome: BERLINGUER!

  13. Ma poovero Guzzanti….non ha capito tante cose e tra l’altro che di E.Berlinguer non ne nasce uno all’anno!

  14. Io credo veramente che con escrementi simili non merita davvero difendere Berlinguer..noi sappiamo benissimo cosa sono costoro voltagabbana..e forse sempre stati vergognosi opportunisti!Ci sta’ che tanti si erano infiltrati come spie perche’ noi davamo noia..volevamo la giustizia ,la legalita’,il bene del Paese…loro si e’ visto cosa hanno fatto nella loro vita..i leccaculi della peggior specie..non hanno mai avuto la dignita’ della coerenza e della condivisione di cio’ che un’essere umano deve rappresentare con l’esempio, per essere al pari di Enrico!

  15. Paolo Guzzanti è uno dei numerosi folgorati che ha compiuto il percorso da sinistra alla Corte di Arcore. Attualmente è a libro paga del giornale (si fa per dire) della famiglia Berlusconi, come il compagno Ferrara al Fatto di Veronica. Che uno come lui accusi Enrico Berlinguer di doppia morale è la cosa più ridicola di questo e, se esistono, di altri mondi. Si può essere servizievoli anche mantenendo un minimo di dignità e di senso del ridicolo, qualcuno glielo spieghi.

  16. Guzzanti, giornalisticamente lei è una bestia, personalmente un saltafosso notorio. Nessuno era mai arrivato a mettere in discussione il valore e l’onestà di Enrico Berlinguer. Lasci in pace gli Uomini che hanno fatto la Storia e ci racconti degli ometti con cui ha fatto affarucci, tipo Scaramella. Ma del resto, solo un rotolo di carta igienica come il Giornale poteva ospitare simili stronzate.

  17. Questi personaggi parlano di doppia morale,senza guardarsi allo specchio.Paolo Guzzanti era stato senatore nel P.S.I,poi del Patto di Segni,poi di Forza Italia,nel 2009 lascia il l popolo delle libertà e passa all’opposizione,quindi aderisce al P.L.I ,che lascia in favore del Popolo della nazione,nel 2011 annuncia il suo ritorno in maggioranza nel gruppo parlamentare Iniziativa Responsabile.

  18. Salve, sono Paolo Guzzanti. Ho letto con la massima attenzione (e un po’ di orrore) i 124 commenti all’articolo che mi riguarda. Vorrei sapere se qui è ammesso o no il diritto di replica. Certo, questo commento è una replica, ma sono stato investito da una valanga di insulti molto puerili e per nulla – ma proprio per nulla – di sinistra. Posso dire che io ero amico di Enrico Berlinguer, che credo nessuno di voi abbia conosciuto, e non mi sono affatto sognato di offenderne la memoria. Tutto il vomito, le ingiurie, il leit motiv della fogna e tutto lo stile degli insulti personali sono quanto di più opposto alla mentalità, allo stile anche di dura lotta politica di Enrico, il quale non avrebbe mai tollerato un simile sciocco, puerile linguaggio né su Rinascita né sull’Unità e neanche su un giornaletto della Fgci. Io ho fatto un ragionamento storio che non mi sono inventato, ma che fa parte della storiografia: Berlinguer voleva affrancare il PCI dal controllo sovietico, ma non riuscì del tutto, a rischio della pelle (i russi tentarono di farlo fuori in Bulgaria) in questo intento. Per questa importante operazione, che ho definito generosa, Berlinguer decise di enfatizzare la “superiorità morale” dei comunisti. Ciò provocò una forte reazione al di fuori del Pci, ma anche all’interno del partito dove l’area laica temeva l’eccesso di cattolicesimo che veniva sia dalla famiglia dei marchesi Berlinguer (la moglie e lui stesso cattolici), sia dall’enfasi usata da Berlinguer nel ìlo scegliere santa Maria Goretti come un modello per i giovani. Ecco, adesso potete riprebdere a scatenare tutti gli orifizi, le ingiurie scatologiche e sudicie che Enrico mai avrebbe tollerato, roprio perché era Berlinguer e on somigliava ad alcuno di voi.

    • Buongiorno Guzzanti,
      il diritto di replica c’è, eccome. Sarà mia premura, non appena ritornato a casa questa sera, ripubblicare in forma di articolo la sua replica con mia puntuale contro-replica.
      Posso rispondere per quello che ho scritto, non per quello che hanno scritto altri (i commenti degli utenti sono personali e se dovessimo stare appresso a tutte le esternazioni della rete, non finiremmo mai): mi fa piacere che il suo intento non fosse quello di offendere la memoria di Berlinguer, ma questo è stato il risultato, evidentemente inintenzionale del suo articolo. So benissimo che tentarono di farlo fuori in Bulgaria, mi chiedo perché mai lei non lo abbia sottolineato, facendolo passare per un doppio pesista con una doppia morale, affidando le colpe delle degenerazioni successive a chi di dovere, anziché a lui, che anzitutto con lo stile dava l’esempio e non è certo responsabile né del rito ambrosiano tanto di quello emiliano, visto che appunto non risultano, a differenza dei suoi equivalenti politici negli altri partiti, tangenti intascate da Enrico Berlinguer.
      Sulle altre questioni risponderò stasera. Ritornando sui commenti: forse sono anche il prodotto di vent’anni ad inseguire un certo stile politico, che lei ha spalleggiato fino all’altro ieri, che hanno portato all’egemonia culturale del berlusconismo. Io non mi ci rifaccio: ma le masse, a quanto pare (i commenti vengono importati automaticamente da facebook) sì. Sarà forse il caso di rifletterci, in un suo prossimo articolo.
      PF

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