Bene, B. non si ricandida. E Adesso? Adesso tocca a noi.

Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a premier, ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po’ di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusivitá.

 Un Berlusconi poco intrusivo ce lo vedo poco, ma vedremo. A quasi un anno dalla caduta, il Cavaliere, tra guai giudiziari e show pubblici (come l’ultimo al tribunale di Milano), mette fine alla sua esposizione in prima linea. Tutti contenti?

Direi di no: se Berlusconi è andato a casa, il Berlusconismo è destinato ad accompagnarci per decenni. Forse qualcuno se lo è dimenticato, ma questo Paese è passato dall’egemonia culturale della Sinistra, da Gramsci per intenderci, alla Pupa e il Secchione, dove Sandro Pertini è scambiato dalla “pupa” per Benito Mussolini, con Vittorio Sgarbi in veste di membro della giuria che la assolve per la giovane età.

L’ideologia dominante, oggi, quella fondata sull’apparenza piuttosto che sulla sostanza, sulla prepotenza, l’arroganza e l’ostentazione del potere, bhè, quella è più viva che mai, come dimostra il sempre più politico (e di destra) governo dei tecnici.

Fosse stato solo Berlusconi il problema, ora potremmo gioire nelle piazze: la verità è che via lui, ne arriverà uno semplicemente un po’ più giovane, intriso di neoliberismo e berlusconismo, che finirà per spazzare via qualsiasi movimento di resistenza culturale all’attuale regime.

Questo, chiaramente, nella peggiore delle ipotesi: nella migliore dovremmo avere un governo di centrosinistra che smantelli sistematicamente il sistema e l’ideologia dominante, sostituendoli con un sistema e una cultura nuovi, fondati sui valori che hanno contraddistinto la Sinistra negli ultimi due secoli, ovvero sapere, lavoro, solidarietà, pace, etica pubblica.

Ne sarà capace? Visto il disarmante livello del dibattito attuale all’interno della Sinistra e contando che una gran parte di essa si è perfettamente integrata al sistema attuale, le possibilità sono scarse… dipende quindi da noi. E dalla nostra capacità di votare non le persone, ma le idee e i programmi. Certo, le persone contano, ma è dai programmi che bisogna ripartire: programmi davvero alternativi al sistema esistente.

Ce la faremo? Chissà… certo è che il rischio è di fare la fine del ’92, quando cambiarono le facce, ma l’andazzo rimase sempre lo stesso.