E’ morto Santiago Carrillo, l’uomo dell’eurocomunismo con Berlinguer

E’ morto oggi pomeriggio, nella sua casa di Madrid, Santiago Carrillo, ex-segretario del Partito Comunista Spagnolo, storica figura anti-franchista e famoso per aver aderito alla politica dell’eurocomunismo proposta da Enrico Berlinguer assieme al segretario del PCF Marchais.

Segretario del PCE dal 1960 (sostituì la Pasionaria Dolores Ibárruri), Carrillo comincio lentamente ad allentare il legame con Mosca, anzitutto rinnegando lo stalinismo, poi schierando il suo partito a fianco del PCI nella critica all’URSS per l’invasione della Cecoslovacchia nel 1968.

Quando il suo partito tornò legale, nel 1977, in seguito alla morte del dittatore Francisco Franco, il leader del PCE rifiutò qualsiasi via rivoluzionaria al socialismo e si uniformò alla linea lanciata dal segretario del PCI sulla via democratica al socialismo. Ciononostante, in Spagna questa linea non pagò e nel 1982 il PCE ottenne solo il 4% dei consensi (contro il 10,9% di 3 anni prima), cosa che gli costò la segreteria e, 3 anni più tardi, anche la tessera del partito: accusato di eccessivo moderatismo fu espulso senza troppi complimenti dalla nuova classe dirigente.

Come disse in un famoso comizio congiunto con Enrico Berlinguer, nel 1975, “l’adozione di una strategia democratica definisce che il socialismo per cui lottiamo ha come base l’affermazione dei valori delle libertà personali e collettive e della loro garanzia, dei principi della laicità dello Stato, della sua articolazione democratica, della pluralità dei partiti in una libera dialettica, dell’autonomia del sindacato, delle libertà religiose, della libertà di espressione, della cultura, dell’arte e delle scienze.

Se ne va un grande antifascista e combattente per la libertà e il socialismo. Peccato che in patria sia stato così maltrattato in vita (ora è tutto un fiorire di elogi).

La sua politica moderata e riformista, che gli fece seguire il segretario del partito comunista italiano Enrico Berlinguer e quello del partito comunista francese Georges Marchais nell’adesione a quello che venne chiamato “eurocomunismo”, gli costò l’espulsione dal Pce nel 1985.

Josè Luis Rodriguez Zapatero lo invitò ad aderire al Psoe, ottenendo tuttavia un netto rifiuto. Nell’immaginario collettivo resterà soprattutto un’immagine, quella del 23 febbraio del 1981, quando, durante l’occupazione del parlamento da parte dei militari che tentavano un colpo di stato agli ordini del colonnello Antonio Tejero, Carrillo rimase in piedi impassibile, unico insieme al capo del governo, Adolfo Suarez Gonzalez, per ironia della sorte ex ministro franchista.