Fassina, il PD e l’appoggio a Monti

Mario Monti non ha più il sostegno in Parlamento. E dovrebbe valutare l’ipotesi di anticipare al prossimo autunno le elezioni politiche fissate nella primavera del 2013

queste le parole con cui Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del PD, in un intervista a Reuters ha iniziato a lanciare dubbi su un ulteriore appoggio del PD al governo, appoggio che però è stato al momento confermato dal segretario tramite il suo portavoce.
Per prima cosa è utile dire chi è Stefano Fassina: Fassina, che da sempre rappresenta l’ala più a sinistra del PD, è tutt’altro che un uomo isolato all’interno del partito, anzi è un uomo di piena fiducia del segretario, tant’è che gli è stato affidato un ruolo importantissimo nella segreteria di Bersani, che peraltro lo ha sempre difeso dagli attacchi dei cosiddetti liberal. Inoltre  Fassina è sempre stato capace di leggere gli umori di una parte molto consistente della base del partito, è dunque difficile pensare che tali dichiarazioni siano state fatte a caso ed a titolo puramente personale, ma anzi è molto più probabile che siano il segnale di un malessere diffuso nella base come nella dirigenza del partito di cui ne è solo stato l’interprete.

La richiesta di Fassina non è una semplice richiesta di staccare la spina, il membro della segreteria si è infatti limitato a chiedere di valutare l’ipotesi di non appoggiare il governo qualora questo risulti incapace di portare avanti ulteriori riforme, in primis quella elettorale, e, come precisa meglio in una successiva intervista al Corriere della Sera, anche improntate a ritrovare equità in provvedimenti in cui finora è mancata, nulla di scandaloso dunque ma la levata di scudi ha indotto il segretario a ribadire l’appoggio fino al 2013, pur senza sconfessare Fassina.

L’analisi in sé è condivisibile, del resto è evidente che il governo stia stentando parecchio a fare riforme davvero incisive e, in aggiunta, che abbia sempre più difficoltà a tenere unita una maggioranza che ogni giorno diventa sempre più ingestibile, e lo scossone delle amministrative di certo non ha reso in discesa la strada del governo in ciò.

Una tale situazione di stallo perdurante per ancora dieci mesi in tempo di crisi rischierebbe di diventare davvero fatale, ed il PD infatti, anche senza necessariamente staccare la spina, dovrebbe davvero pretendere per il suo appoggio determinati impegni che diano un impronta più a sinistra all’attuale governo, impronta che finora è stata quasi assente, in questo caso, nonostante la presa di distanza del segretario, le dichiarazioni di Fassina raggiungerebbero il loro scopo e movimenterebbero la politica italiana, resta solo più da chiedersi quali saranno le  mosse del segretario Bersani a questo punto.