La Polizia del Sindaco

I recenti accadimenti che hanno coinvolto il Corpo dei Vigili a Milano sono ora argomento di un acceso dibattito. I casi eclatanti sono stati tre: l’uccisione del vigile Nicolò Saverino in servizio da parte di un delinquente che l’ha investito con un Suv, un inseguimento con sparatoria finale lungo la darsena dei Navigli, e infine l’omicidio di Marcello Valentino Gomez Cortes da parte di un vigile, mentre, disarmato, cercava di scampare ad un arresto.

A Palazzo Marino la discussione si è incanalata su due binari diversi: la maggioranza si chiede se sia giusto che i vigili abbiano esteso nel tempo le loro competenze, dall’iniziale funzione di Polizia Amministrativa all’attuale funzione di Polizia Giudiziaria (possibilità di arrestare e indagare) e di Pubblica Sicurezza;  se sia veramente possibile, cioè, che la diversa interpretazione di una legge nazionale (la n. 65, 7 marzo 1986) possa dare ai Comuni  la discrezionalità di possedere un Corpo  percepito dai cittadini sempre più simile alla Polizia di Stato o ai Carabinieri. La differenza, secondo il consigliere Gabriele Ghezzi (PD), è su come si interpreta la funzione di Polizia Giudiziaria: un conto è un vigile che si trova davanti a una flagranza di reato e che procede all’arresto, un altro è creare Nuclei Speciali della Polizia Locale con il compito di andare a scovare i reati.

L’opposizione di centrodestra, difendendo i Nuclei della Polizia Locale, ha invece innescato una polemica preventiva sull’utilizzo delle pistole: per l’ex Vice Sindaco Riccardo De Corato (PDL): “‎Quando ha sparato Spaccarotella nessuno ha chiesto il disarmo della polizia di Stato quindi mi sembra un po’ ridicolo chiedere oggi il disarmo dei vigili”; per Matteo Salvini (Lega Nord) “Se qualcuno vuole mettere dei fiori nei loro cannoni lo faccia, poi ne pagherà le conseguenze”.  Polemica preventiva perchè nessun membro della giunta o esponente della maggioranza ha parlato di togliere l’arma di ordinanza dei ghisa, ma appunto di limitarne le funzioni.

C’è un nodo invece che non viene mai al pettine, forse perché comodo a tutti: la politicizzazione della Polizia Locale.  Un Corpo di Polizia in cui le informazioni più importanti arrivano prima all’Assessore alla Pubblica Sicurezza, anziché al suo Comandante, o in cui i servizi imposti dal Sindaco vengono eseguiti senza discussioni pone alcune domande. O meglio, finchè le competenze erano solo di ordine amministrativo poteva anche andare bene, MA nella versione odierna che prevede i vigili come funzionari di sicurezza e di giudiziaria c’è da chiedersi se non è un rischio democratico avere una Forza di Polizia direttamente agli ordini della politica locale. Non è una questione di pignoleria sulla difesa del principio del monopolio della forza da parte dello Stato, ma mi chiedo se i cittadini possano davvero essere trattati diversamente da città in città dalla Polizia Giudiziaria non in merito a delle ordinanze (che pure meriterebbero una discussione a parte), ma in merito a convenienze politiche o a campagne elettorali permanenti del partito al potere. Esempio lampante sono stati i rastrellamenti negli autobus del Nucleo Tutela Trasporto Pubblico sotto l’ex Sindaco Moratti, o le taglie al clandestino adottati in alcuni comuni leghisti.

Mi chiedo anche se sia normale, per esempio, che sotto la scorsa giunta cittadina un’associazione per fare una manifestazione politica di piazza occupando suolo pubblico dovesse ricevere l’assenso direttamente dall’assessore alla Pubblica Sicurezza (un politico) e non da un funzionario neutrale. La richiesta per l’occupazione di suolo pubblico ai Vigili di Milano per manifestazione, infatti, bisogna presentarla 40 giorni prima nei regolamenti comunali, ma la Questura per il preavviso di manifestazione di solito non considera richieste più lontane di un paio di settimane. Un paio di anni fa, l’unico modo per risolvere l’impasse consisteva nel ricevere l’autorizzazione dell’assessore, nulla osta sufficiente ai vigili per derogare la procedura ordinaria. C’è da chiedersi se un’associazione che vuole organizzare una manifestazione contro un Assessore di Pubblica Sicurezza o un Sindaco, siano essi di destra o di sinistra, quanta probabilità avrebbe di ricevere l’autorizzazione dalla Polizia Locale se non ha agganci in Comune.

Se quattro Corpi di Forze dell’Ordine statali in Italia non bastano, e si si sente proprio la necessità di un Corpo di Polizia Locale, che sia sancita almeno la sua autonomia e indipendenza dalla politica. Sia affidata la sua struttura ai Prefetti anzichè ai Sindaci. Se proprio devono rimanere sotto il comando delle Giunte comunali, almeno che tornino a fare i ghisa e non i poliziotti.

31 commenti su “La Polizia del Sindaco”

  1. chiaro che ogni sindaco ha bisogno dei suoi Agenti di PL e cerca di dare delle direttive che rispondano a quanto lui vuole realizzare nel suo mandato come ogni governo fa con CC , PS e G.di F. IL RESTO SONO SOLO VENTO CHE PASSA E BASTA

  2. chiaro che ogni sindaco ha bisogno dei suoi Agenti di PL e cerca di dare delle direttive che rispondano a quanto lui vuole realizzare nel suo mandato come ogni governo fa con CC , PS e G.di F. IL RESTO SONO SOLO VENTO CHE PASSA E BASTA

  3. Io credo che sia cosa buona e giusta separare la polizia locale dalla dipendenza politica …. Non guardiamo nelle grosse realtà ma ai piccoli comuni dove la dipendenza dal sindaco o dall’assessore e’ altissima. Ben venga il passaggio da sindaco a prefetto …. La politica non può gestire un settore come la PL

  4. Io credo che sia cosa buona e giusta separare la polizia locale dalla dipendenza politica …. Non guardiamo nelle grosse realtà ma ai piccoli comuni dove la dipendenza dal sindaco o dall’assessore e’ altissima. Ben venga il passaggio da sindaco a prefetto …. La politica non può gestire un settore come la PL

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