Mani Pulite, quello slogan del Pci divenuto leggenda

Mani Pulite, 20 anni dopo. Se l’uomo simbolo di quella stagione è stato Antonio Di Pietro, forse in pochi si ricordano che l’espressione “Mani Pulite” fu quella con cui Enrico Berlinguer vinse le elezioni amministrative del 15 giugno 1975, le prime a cui votavano anche i diciottenni.

Fa un certo effetto pensare che 37 anni fa, quando il manifesto “NOI abbiamo le mani pulite. Chi può dire altrettanto?” affollava i muri delle città italiane, non c’era nessuno che potesse mettere in dubbio il fatto che i comunisti avessero le mani pulite. Se oggi il Partito Democratico diffondesse una cosa del genere per le città d’Italia, sarebbe preso di mira dalla rete e dallo scherno, visti gli scandali che lo investono e lo hanno investito negli ultimi anni.

E c’è quindi l’amarezza per un patrimonio ideale e morale perduto che per un giovane come me sarebbe stato la manna in un periodo storico come questo. Gli anni ’70 assomigliano, almeno per quanto riguarda il contesto internazionale, molto agli anni che stiamo vivendo oggi: si aprono con la dichiarazione di Nixon sull’inconvertibilità del dollaro in oro (e quindi con l’ammissione degli USA del proprio declino), passano per lo shock petrolifero e la conseguente crisi economica del ’73-’74, c’è il colpo di stato in Cile, la fine della guerra in Vietnam… e si chiudono con la rivoluzione islamica in Iran nel ’79 (con la crisi diplomatica e la fine dell’amministrazione Carter).

La legge sul finanziamento ai partiti esisteva già da un anno quando quel manifesto veniva diffuso per l’Italia (è del 2 maggio 1974) ed era stata votata dalla DC per evitare le conseguenze dello Scandalo Petroli (in cui era emersa una rete di corruzione diffusa che coinvolgeva tutti i partiti di governo). Berlinguer sin da allora pone il tema della Questione Morale e della diversità comunista. E quelle amministrative, che il PCI stravince, si fondano proprio sull’effettivo buongoverno del PCI laddove governava. 

Trentasette anni dopo cosa è rimasto di quel patrimonio ideale e morale? Ben poco. E non è stata colpa di certo della caduta del Muro di Berlino, quello semmai si è portato via i partiti corrotti della Prima Repubblica. 

La verità è che è successo esattamente quello che Enrico Berlinguer definì una volta “il gesto suicida di un idiota“:

Secondo qualcuno il nostro partito dovrebbe finire di essere diverso, dovrebbe cioè omologarsi agli altri partiti. Veti e sospetti cadrebbero, riceveremmo consensi e plausi strepitosi, se solo divenissimo uguali agli altri, se decidessimo di recidere le nostre radici, pensando di rifiorire meglio. Ma ciò sarebbe, come ha scritto Mitterrand, il gesto suicida di un idiota.

Ecco, si sono tagliate quelle radici e con esse si è perso anche lo stampo dei politici come Berlinguer, Natta, Pajetta, Ingrao… Oramai vanno di moda i Napolitano, che non a caso pubblicava “Il Moderno”, ben finanziato col Biscione, e non vedeva problemi nel dialogare con il PSI di Craxi. Anzi, attaccava Berlinguer sulla Questione Morale.

Oggi, a 37 anni da quella campagna per le amministrative, a 20 anni da Mani Pulite, non è forse giunto il momento di tornare ad essere diversi in tutti i sensi, abbandonando una volta per tutte un certo modo di essere, prima ancora che di fare, politico? La forza di Berlinguer stava nell’esempio, nel suo essere “in violento contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico.

Quante Repubbliche dovranno saltare prima che si ritorni a porre in modo chiaro la Questione Morale?

36 commenti su “Mani Pulite, quello slogan del Pci divenuto leggenda”

  1. Caro Pierpaolo,
    Enrico Berlinguer era un uomo di elevata statura politica e  grande rigore morale.
    Ma il Partito Comunista Italiano non era esente da fatti poco  trasparenti, non era un partito di santi.
    La pratica del clientelismo ( di cui sono stato testimone diretto) era prassi diffusa (con la scusa di “inserire i compagni”).
    Sulla spartizione degli appalti  a favore delle  “Cooperative Rosse” non si è fatta mai abbastanza luce.
    Il tuo entusiasmo nei confronti di Enrico Berlinguer non può e non deve mettere in secondo piano questi fatti.
    Un cordiale saluto da Marco Mandelli, Nettuno (Roma)

  2. Caro Pierpaolo,
    Enrico Berlinguer era un uomo di elevata statura politica e  grande rigore morale.
    Ma il Partito Comunista Italiano non era esente da fatti poco  trasparenti, non era un partito di santi.
    La pratica del clientelismo ( di cui sono stato testimone diretto) era prassi diffusa (con la scusa di “inserire i compagni”).
    Sulla spartizione degli appalti  a favore delle  “Cooperative Rosse” non si è fatta mai abbastanza luce.
    Il tuo entusiasmo nei confronti di Enrico Berlinguer non può e non deve mettere in secondo piano questi fatti.
    Un cordiale saluto da Marco Mandelli, Nettuno (Roma)

  3. tiemp bbell e’ na vota tiemp bbell addò state vuie ce avite lassate ma pecchè nun turnate???

  4. altri tempi,bei tempi. Persone come lui in politica non credo se ne vedranno più.

  5. Grande partito con in testa Enrico Berlinguer e tutti i compagni che in tempi difficili hanno contribuito alla costruzione dell’ Italia, creando il partito piu’ promettente in tutta l’ Europa conservando nello stesso tempo la sua autonomia nelle decisioni politiche ed il primo posto nel contributo di solidarieta’ internazionale dando speranze e tanta volonta’ al popolo Italiano ad interessarsi,direi innamorarsi del lavoro politico e delle attivita del partito in generale…peccato e triste per quello che e’ sucesso in seguito…ma se pensiamo di quello che sucedde oggi nelle patrie della rivoluzione bolsevica….bisogna essere ottimisti…

  6. eh giusto na leggenda…. “gli antichi tramandano che una volta cerano anche i politici onesti…”

  7. Una lista civica che si presenta alle amministrative di un paese in Piemonte: autofinanziata, sganciata dai partiti….si deve arrivare a questo? Possibile? Noi ci proviamo: Rivalta Sostenibile.

  8. Il PCI era una cosa grande non solo perché c’era Berlinguer, ma perché aveva una base votante seria ed onesta, pronta al sacrificio ma anche pronta alla vittoria,una base seria informata,intelligente.La sezione non era solo il luogo dove si fà politica ma era un punto di incontro dove trovare risposte e sostegno. Oggi tutto questo non c’è più il PD ha una base così disgregata e demoralizzata da non arrivare a niente, i suoi dirigenti sono solo uomini da facciata non hanno basi per sostenerli e quei pochi che potrebbero fare la differenza sono emarginati….sono la cattiva copia del PDL come si può pretendere di arrivare a qualcosa.

  9. Жаль, что на русском языке нет изданий Энрико Берлингуэра! У нас в России в те времена он был не желателен для политиков… И, кажется, эти времена до сих пор не прошли…

  10. Magari lo è un uomo onesto che fa il consigliere in un piccolo paese di provincia. Magari è lo stesso ragazzo che ha creato la pagina EB.it. Un uomo come Enrico Berlinguer non nascerà mai piu, allora io in un uomo che oggi sia anche meglio di Berlinguer e sono sicuro che esiste. Capito EB.IT “staff”?

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