Rodotà: “La Sinistra chieda scusa a Berlinguer”

Spero almeno che qualcuno, leggendo questo libro, si vergogni, non dico si ravveda. E molti altri comincino a rendersi conto che proprio da qui deve cominciare una reazione. Che la ricostruzione della moralità pubblica è, oggi, il più ricco dei programmi politici, e la più grande delle riforme.”

Quando Stefano Rodotà chiudeva con queste parole la prefazione del libro di Barbacetto e Veltri “Milano degli Scandali” correva l’anno 1991. Sono passati 20 anni e dobbiamo ben constatare che non solo non c’è stata alcuna redenzione da parte dei corrotti e dei loro corruttori, ma nemmeno la Sinistra post-comunista, quella erede di Enrico Berlinguer, si sia minimamente posta l’ambizioso progetto di “ricostruire una moralità pubblica”, come auspicava l’allora Presidente del PDS. Anzi, per usare le parole di Enzo Biagi poco prima di quel 27 marzo 1994 che avrebbe sancito la nascita della Seconda Repubblica:

Tutto dovrebbe cambiare: però, di solito, nel nostro paese, mutano di posto i suonatori, ma la musica resta sempre la stessa. C’è stato un tale rimescolio di candidati, dalle vecchie liste ai nuovi simboli, con un tripudio di conversioni da sinistra a destra e viceversa, che la via di Damasco, se facesse parte della topografia nazionale, dovrebbe essere gremita come Piccadilly Circus la notte di Capodanno.”

 Il clientelismo, il familismo amorale, il sottogoverno, le spartizioni e le lottizzazioni, le ruberie, gli scandali: tutti questi fenomeni degenerativi della Questione Morale, se vogliamo usare un indicatore economico, sono cresciuti di 12 volte, visto che ai tempi di Tangentopoli la corruzione sottraeva 5 miliardi di euro di risorse pubbliche e oggi ne sottrae 60 (stime viste al ribasso). Eppure c’è chi, come Massimo D’Alema, sostiene che non esiste una Questione Morale, termine usato, secondo lui, in tutt’altro significato da Berlinguer, quindi fuori luogo oggi. Opinione assolutamente discordante con quanto dichiarava lo stesso D’Alema all’ANSA il 23 gennaio 1992: “Il fatto che non si comprenda che la questione morale è in questo Paese, forse, la fondamentale questione politica, dimostra la cecità di una classe dirigente: ed è un dramma per l’Italia.” Evidentemente ha cambiato idea.

Stefano Rodotà, invece, sulla centralità della Questione Morale, benché sia un giurista, ci ha sempre creduto. E lo rimette per iscritto oggi nel suo nuovo libro “Elogio del Moralismo“: “La caduta dell’etica pubblica, indiscutibile, è divenuta così un potente incentivo al diffondersi dell’illegalità, ad una sua legittimazione sociale. Rifiutata, appunto, come manifestazione di fastidioso moralismo, l’aborrita “questione morale” si è via via rivelata come la vera, ineludibile “questione politica”.

E non risparmia, già dalle prime righe, un affondo ai presunti eredi di Enrico Berlinguer:

“Quando gli ex comunisti, invece di riflettere seriamente sulla loro storia, cominciarono a chiedere scusa a destra e a manca, omisero di fare le loro scuse proprio a chi aveva colto questo rischio mortale per la democrazia italiana: Enrico Berlinguer. In quella sua tesi, associata com’era ad una richiesta di austerità, si volle vedere un’idea triste della politica, in contrasto con la spensieratezza dell’incipiente “Milano da bere”; e la rivendicazione di una diversità del Pci come una mossa d’orgoglio che rivelava la pretesa di essere comunque migliori degli altri. Interpretazioni entrambe riduttive, appiattite com’erano su contingenza e convenienze, mentre oggi possiamo cogliere il vero nocciolo di quella proposta: la sottolineatura del carattere proprio di un partito soprattutto per renderlo consapevole della responsabilità che gli spettava, come una indicazione volta ad evitare che si consolidasse quella che appariva come una pericolosa anomalia italiana. Nessun discorso nostalgico, allora, ma la presa d’atto dell’accontonamento colpevole di un tema politico centrale, causa non ultima della crisi di cui siamo vittime.

In queste poche righe Rodotà centra il succo di quello che vado ripetendo da anni io e molti altri. Che abbiamo iniziato a fare politica a 18 anni proprio sull’onda delle parole di Enrico Berlinguer e della Questione Morale. E che oggi portiamo avanti il nostro impegno civico e politico ricordando non solo l’uomo Berlinguer, ma rifacendoci agli insegnamenti dei grandi vecchi che vengono tirati fuori dalla naftalina da gentaglia senza alcun ritegno solamente quando si tratta di chiedere i voti a quello che una volta veniva chiamato popolo. Ho anche firmato un appello, affinché le idee di Enrico possano trovare la più ampia diffusione possibile.

E’ chiaro che in un momento come questo bisogna fare molta attenzione: Monti a Palazzo Chigi è frutto di un determinato disegno politico che mira a scaricare la crisi sui soliti noti, i lavoratori, per garantire in futuro le abbuffate del passato a craxian-berlusconiani e democristiani, così laboriosi nella strutturazione del grande centro (o meglio, inciucio) grazie anche a settori collusi del PD. Un tentativo di normalizzazione dopo l’anomalia berlusconiana, che è tutt’altro che sradicata e giunta al termine. E proprio per questo, Noi, non possiamo che tornare a riaffermare la nostra Diversità.

41 commenti su “Rodotà: “La Sinistra chieda scusa a Berlinguer””

  1. …Ho solo un dubbio ma “…questo rischio mortale per la democrazia italiana…” é forse il comunismo?
    No perchè oggi siamo con le pezze al culo con il piu grande tracollo economico della storia alle porte, e magari non è colpa dell liberismo sregolato e cannibale che ci ha dominato e ancora ci domina, ma magari del “rischio mortale” del comunismo???

  2. A chi non ha vissuto il periodo di Berlinguer se non si documenta difficilmente può capire che cosa voleva dire essere comunista in Italia .Infatti anche allora i padroni e i suioi servi dicevano che il comunismo era l’impero del male.Inrealtà la stragrande maggioraza eragente semplice che si è trovata in un momento che li ha coinvolti perchè si sentivano parta di un progetto dove chi li guidava era vicino a loro parlavano la stessa lingua.ma sopratutto non si pensava minimamente che fra i comunisti ci fossero dei ladri e se c’erano erano emarginati per primi dagli attivisti perchè il male più grande era tradire il partito comunista italiano.

  3. foschi rino , hai ragione …una grande confusione tra il comunismo russo con quello italiano…

  4. Rodotà ma che cazzo ti aspettavi dopo la distuzzione del P.C.I. era gia scritto dove volevano arrivare certi personaggi D’Alema e company ……ma pure te mi sembra che li hai suguiti adesso che fai piangi sietye stati tutti dei traditori , che invece di buttarli fuori dal partito li avete sguiti ,,,,,,Rodota comincia pure te a chiedere scusa ………

  5. omissis…….anche allora i padroni e i suioi servi dicevano che il comunismo era l’impero del male…….omissis. Allora, come adesso, i padroni fanno il loro mestiere: denigrare l’avversario, come dargli torto? Quello che oggi è cambiato, naturalmente in peggio, è il fatto che parte della ex classe operaia sia diventata scelleratamente complice supportando (col voto) le ragioni dei cosiddetti “padroni”.

  6. Rino, nei suoi diari Montanelli scriveva che Kissinger gli chiese una volta cosa cercassero di ottenere i Democristiani con il compromesso storico. Lui rispose: “Corrompere i comunisti.” Kissinger allora gli chiede: “Ci riusciranno?” Montanelli risponde: “E’ probabile, non sono capaci di fare altro.”
    Ecco, visto come è andata con certi presunti eredi di Berlinguer… e chiaramente non ci stiamo riferendo alla base… EB.IT STAFF

  7. ANDIAMOCI PIANO non c’era solo Berlinguer di comunista in parlamento se no voleva dire che era un emerito imbecille che non se ne accorgeva.Solo che nessuno è stato in grado e all’altezza di sostituirlo .Poi non dimentichiamo il crollo del muro di Berlino la societtà era cambiata e solo lui poteva gestire quella fase da COMUNISTA e poi una parte di colpa è stata anche dei compagni che non hanno saputo difendere quel sistema nelle cose positive che aveva hanno buttato via il bimbo assieme all’acqua sporca.Sbagliano anche quei movimenti che non vogliono essere rappresentati dalla politica infatti vincono delle battaglie ma perdono tutte le guerre .Anche berlusconi ha perso una battaglia ma non la guerra.

  8. Nonostante i comunisti non siano più in parlamento devo sperare che ce ne sia qualcuno si sente ancora comunista dentro.Dico questo perchè nonostante sia vecchio non mi sentoun imbecille e credo che esistono ancora persone che fanno i parlamentari per un ideale.Pier tu non sei comunista ,ma io voglio credere che se tu lo fossi e venissi eletto nelle file di un altro partito di sinistra porteresti avanti i tuoi ideali .mi piace pensare che ce ne siano altri come te.

  9. Il mondo e’ cambiato, sicuramente in peggio, bisogna riportare il timone nella giusta direzione. ci vuole forza, tenacia e, ci ha insegnato Berlusca, un leader . Bisogna comunicare positivo in tutti i sensi. Per fare cio’ ci vuole un capo carismatico, E B lo era!

  10. Noi ex iscritti al PCI non potremo mai dimenticare la statura morale di Berlinguer,un gigante rispetto ai nani e ballerine del panorama politico attuale.Altra cosa e’ riflettere sulla strategia del compromesso storico,nata dopo la tragedia cilena,e sugli esiti altamente problematici e controproducenti per tutta la sinistra che essa ebbe dopo il rapimento di Aldo Moro e l’astensione al governo Andreotti di unita’ nazionale

  11. Come sempre il prof. Rodotà coglie nel segno, non è vero che i partiti oggi sono tutti uguali, la differenza sta nel modo, o se vogliamo nell’etica e dei comportamennti e nel modo di risolvere i problemi. Purtroppo spesso per cogliere le differenze bisogna guardare tra le righe, ed oggi la stragrande maggioranza delle persone ha perso la capacità di guardare, o per pigrizia o per disinformazione, la cosa più facile e criticare senza soffermamrsi sul perchè di certi comportamenti o certe scelte…. . Ebbene.., oggi siamo vittime di questa pigrizia e delle critiche gratuite e spesso malpopste, che hanno contribuito, in parte, a sdoganare il malcostume e l’antipolitica oggi dilagante.

  12. Mio figlio qualche sere fa, in una discussione politica di quei tempi ,mi ha ricordato la frase che dissi durante la diretta dei funerali:cosa vedi Renè? Il funerale di E.B.,io: non solo,anche quello del P.C.I.Noi che abbiamo vissuto quel periodo il comunismo era moralità.

  13. quelli che oggi lo prendono a modello è meglio che meditino, se ritornassero ad allora berlinguer li terrebbe a distanza… perche tutto si puo dire di lui meno che sia stato un estremista come qualcuno vorrebbe far credere…credo che in fatto di democrazia era molto piu avanti di qualche chiaccherone di oggi…..

  14. @Enrico Berlinguer,Ho letto l articolo mi è piaciuto,anche la frase che ho sottolineato mi è piaciuta, ma mi ha appunto lasciato quel dubbio li (pericolo mortale)che ho espresso.
    L analisi è accurata,e l idea che i “successori”di EB abbiano sperperato il patrimonio a loro immeritatamente lasciato in eredita da uomini piu grandi e capaci di loro è da me pienamente condivisa…
    Sono abbastanza “vecchio” per ricordare Gli ultimi anni del PCI l inizio della fine (che per me coincide con la morte diEB) e la sua lenta agonia, fino alla trasformazione nelle compagini sinistroidi moderne che poi non si capisce bene che cosa sono e che intenti si prefiggano..
    E devo dire che mai come in questi giorni di crisi nera ho avuto fame di giustizia sociale, e di comunismo.

  15. Un altra cosa ancora non sono cosi vecchio da ricordare le lotte agrarie siciliane ma nei luoghi dove sono cresciuto ho potuto avere diretta testimonianza delle lotte sociali che hanno liberato le terre dai padroni feudatari e le hanno ridate al popolo, dalle mie parti (anche se adesso se ne è persa un po la memoria ) si poteva toccare con mano alcuni dei ottimi risultati che aveva ottenuto il PCI in italia….

  16. Rodotà dimostra di essere una persona onesta, dice le cose che Berlinguer disse trenta anni fa. Chi fu il primo a parlare di austerità? a parlare di moralità ? A volare sopra la propria appartenenza politica a rischio di non essere compreso nemmeno dai suoi? Ci fu una sola persona: ENRICO BERLINGUER! Gli altri erano gnomi che tentavano di fare politica! Un sondaggio del tempo, quando i cristiani in Italia seguivano a occhi chiusi ciò che il Papa diceva, senza critiche (e lo dice una che crede in Dio), bene il sondaggio chiedeva alla gente , a chi avrebbe affidato la conservazione dei popri beni. Il risultato fu che la maggioranza avrebbe affidato al Papa i propri beni, ma non distante da questi , per pochi “voti” la gente italiana nominò Enrico Berlinguer come persona affidabile fino a concedergli la fiducia nell’affidamento di cosa avevano di più caro!!!

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