Sognando Enrico, la politica dell’avvenire

Ma errore non meno grave – lo ripeto – sarebbe ap­piattire l’azione politica sui problemi dell’immediato, sulla pratica del piccolo cabotaggio, sulla routine del giorno per giorno: se si toglie all’impegno politico una proiezione e una tensione verso l’avvenire, se lo si riduce ai giochi di potere, a iniziative di corto respiro, a diplomatismi, a polemiche o a trattative e intese tra gli esponenti dei partiti, allora è evi­dente che si contribuisce ad aggravare una crisi di sfiducia e di disorientamento che ha già dimensioni allarmanti.”
(Enrico Berlinguer, 1981)

Nelle decisive ore di formazione del governo Monti, tra veti incrociati, polemiche e balletti vari che hanno fatto schizzare di nuovo lo spread a quota 516, dopo che ieri era sceso a 410 per poi chiudere a 480, direi che non sarebbe un male se i politicanti della morente Seconda Repubblica si rileggessero Enrico Berlinguer. Non tanto per constatare per l’ennesima volta (nel caso non ci fossero arrivati ancora) la modernità e l’attualità del suo pensiero, quanto perché forse riuscirebbero a capire cosa dovrebbero fare affinché la gente non li rincorra coi forconi.

Ha detto Stefania Prestigiacomo, amareggiata: “Non siamo come Craxi.” E’ vero, siete peggio. Perché almeno Craxi, nel bene o nel male, era cresciuto alla scuola di Nenni, sebbene si sia dimostrato uno scolaro somaro, e un minimo di cultura personale ce l’aveva, tra i vizi proto-berlusconiani a cui si abbandonò negli ultimi anni della sua vita. Questi non hanno nemmeno quella, perché pur avendo un illustre precedente, si ostinano a fare gli stessi errori. Per non parlare del centrosinistra (coalizione a ripetere), che continua a dire di avere un suo programma e delle sue proposte, peccato che non trovino mai il tempo di spiegarle agli italiani o a diffondere documenti non di 120 pagine per la Rete. Ma aspettiamo fiduciosi.

Su Monti, la vedo difficile col clima di rivalsa che c’è da parte del centrodestra che riesca a fare le cose fatte per bene (stando alla sua vision), tant’é che qualcuno nel Terzo Polo e nel PD comincia a ventilare l’idea che, se fallisse, una soluzione come quella che ho prospettato (una candidatura di vari programmi di risanamento) sarebbe l’unica strada obbligata. Il Porcellum, certo, è una disgrazia: ma se il centrosinistra, almeno, si impegnasse a fare le primarie per scegliere i candidati, si riuscirebbe a disinnescare uno dei principali problemi (anche se al Senato la situazione rimarrebbe incerta con il premio di maggioranza su base regionale).

Vale in ogni caso quello che ho già detto in passato. Ovvero che il centrosinistra dovrebbe impegnarsi a produrre sempre più uomini e donne in violento contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico. Facendo piazza pulita di chi invece in contrasto non lo è minimamente. Esattamente come Enrico, stando alle parole di Vittorio Foa:

“L’immagine (che era poi la realtà) dell’uomo era ed è in violento contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico. Umanità, franchezza, modestia e discrezione – pure in un incarico di così grande autorità e di effettivo potere – sono connotati che fanno a pugni con le immagini ricorrentidi arroganza, astuzia, presunzione e ostentazione del potere a cui siamo ormai abituati. La trasparenza e l’onestà della vita privata e pubblica di quest’uomo ha un rilievo eccezionale sullo sfondo squallido dell’affarismo politico, piduista o no.”

E se la classe dirigente del centrosinistra non ha la forza o la voglia di farlo, allora dobbiamo essere noi anzitutto a dare l’esempio, cercando tutti i giorni di essere “in violento contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico”. E pensare al futuro, non solo nostro. Perché chi pensa che ognuno di noi possa stare bene pensando solo a se stesso, non ha capito un bel nulla. E se siamo in questa situazione è proprio perché per anni i cittadini e soprattutto quelli che votavano a rappresentarli non facevano l’interesse di tutti.

Sogno un’Italia diversa. Sogno una politica diversa, fatta di persone come lo erano Enrico e Sandro. Sogno una politica dell’avvenire fondata su giustizia, uguaglianza, solidarietà. E libertà. E’ così tremendamente sovversivo e sbagliato come sogno?

90 commenti su “Sognando Enrico, la politica dell’avvenire”

  1. era un uomo che non amava essere in primo piano ma ha lasciato un vuoto incolmabile!!!!

  2. BOSSI BERLUSCONI )—–>grave offesa allo “”STATO ITALIANO”” , ed ancora all’opposizione , NO… – Elezioni si , NO con le matite { é chi si FIDA …}—–> CON la TECNOLOGIA è tutto registrato … hanno avuto dalla loro i MASS MEDIA x 20anni grave torto !!! grande truffa !!!! – ora BASTA c’é internet …I giovani sono intelligenti ed hanno voglia di capire .., vogliono BENESSERE ed UGUAGLIANZA .. hanno IDEALI mlt PROGRESSISTI di sicuro sarà un futuro migliore,… “”” il tempo sarà dalla nostra “”” !!!!!!! OK ciao siete bellisime persone (^ _ ^)

  3. lo sapete chi sono gli oppressi ?? quelli che si son fidati troppo !! E’ sempre meglio prevenire che curare !! fidarsi, MA controllare !! io voglio un sistema politico finanziario TRASPARENTE !!! voglio sapere quanti soldi entrano in comune…quanti soldi escono e come !!! e tutto questo lo voglio on line !! chiedo troppo ???

  4. lo sapete chi sono gli oppressi ?? quelli che si son fidati troppo !! E’ sempre meglio prevenire che curare !! fidarsi, MA controllare !! io voglio un sistema politico finanziario TRASPARENTE !!! voglio sapere quanti soldi entrano in comune…quanti soldi escono e come !!! e tutto questo lo voglio on line !! chiedo troppo ???

  5. Parole di grande valore. Questi erano UOMINI, non quattro quaquraquà che pretendono di essere statisti. La giustizia sociale è un diritto inalienabile. Purtroppo di Enrico Berlinguer non c’è ne sono più, quelli che si “dicono di sinistra” hanno altre cose da fare o non dicono mai “qualcosa di sinistra”. Quanto ci mancano Berlinguer e Pertini.

  6. Parole di grande valore. Questi erano UOMINI, non quattro quaquraquà che pretendono di essere statisti. La giustizia sociale è un diritto inalienabile. Purtroppo di Enrico Berlinguer non c’è ne sono più, quelli che si “dicono di sinistra” hanno altre cose da fare o non dicono mai “qualcosa di sinistra”. Quanto ci mancano Berlinguer e Pertini.

  7. Berlinguer..un Uomo con la consapevolezza che essere un Politico era un Onore…oggi i politici sono il nostro onere e non sono in grado di vedere il bene dell’Italia..ma noi cittadini SI e dovremmo manifestare insieme senza bandiere la nostra Volontà di avere una Politica formata da Partiti che si complementano e non che si distruggano a vicenda e che giocano a Risiko con i nostri voti…

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