A Milano se ne fregano di Berlinguer

Noi avevamo cominciato qui, ormai quattro mesi fa. E abbiamo continuato in questi quattro mesi, e non ci fermeremo. Altri non vedevano male una via o piazza a Bottino Craxi. Ora invece leggiamo questa proposta su piazza Cadorna, a Milano, che sa molto di provocazione più che di rispetto e di riconoscimento del valore di Vittorio Arrigoni.

Qualcosa di sinistra non intende sminuire il lavoro fatto da Vittorio, né la sua persona: lo abbiamo ricordato così, definendolo “Eroe della Terra“. Intendiamo però dire che risulta provocatorio voler sostituire in toponomastica “piazza Cadorna” (per i milanesi è conosciuta più la stazione delle Ferrovie Nord ospitata dalla piazza che il nome della piazza stesso), ormai entrata nelle abitudini dei meneghini, con piazza Arrigoni. Proposte di questo tipo scatenano “gazzare” fra opposti schieramenti politici, specie se riguarda una delicata situazione come quella israelo-palestinese. E le gazzare  danno una cosa sola a chi propone cose suscettibili di polemica: visibilità.

Vittorio non merita di pagare questo scotto, né merita di essere utilizzato per lo spot di certi consiglieri comunali, in cerca di visibilità. A chi si è dimostrato tanto solerte nella toponomastica, vogliamo dare un consiglio: questo blog ha lanciato non ora, ma quattro mesi fa, una raccolta firme per dedicare una via/piazza/parco ad Enrico Berlinguer e Aldo Moro. Potrebbe concentrare i suoi sforzi su questa iniziativa, dal momento che, ad oggi, nessun consigliere di Sel a Palazzo Marino ha sottoscritto la petizione.

Noi le cose le abbiamo fatte per bene: abbiamo chiesto una via per Enrico o un parco, meglio se il parco agroalimentare previsto per l’expo (l’expo della sinistra milanese, trasparente, pulito, limpido) per un politico che, più di tutti, ha portato alla ribalta la Questione Morale nella politica nostrana. Abbiamo chiesto anche lo spostamento della via dedicata ad Aldo Moro dalla periferia di Milano verso il centro cittadino; del resto a Milano c’è un parco dedicato a Don Giussani, perché non uno dedicato a due politici di rilievo della I Repubblica, politici d‘indubbia integrità morale e onestà verso la cosa pubblica?

Abbiamo fatto le cose per bene raccogliendo le firme online, e tante sono state le firme di semplici cittadini, tante sono giunte persino da fuori Milano, a dimostrare l’affetto che la gente ha per Enrico. In questo elenco però spicca solo una firma da parte del Consiglio Comunale eletto insieme a Giuliano Pisapia: la consigliera Elena Buscemi, del PD. Nessuna firma da Sel, Federazione della Sinistra o le restanti formazioni della coalizione di centrosinistra a Palazzo Marino (anche se hanno firmato Giulio Cavalli di Sel, ma ancora nell’Idv ai tempi della firma, Mangoni di Elio e le Storie Tese, candidato con la lista di Milly Moratti alle scorse amministrative e Nando Dalla Chiesa, più il supporto “morale” di Giuseppe Civati, consigliere regionale del PD e Mattia Calise, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Palazzo Marino).

Da questo, possiamo dedurre che al centrosinistra milanese, di Berlinguer, non gliene frega nulla. E’ sicuramente più importante discutere sull’opportunità di una piazza a Bettino Craxi per dimostrare la distanza da una certa cultura sulla questione morale erede del PCI (Carmela Rozza e Filippo Penati dixit) o Vittorio Arrigoni (per semplice e puro protagonismo di un consigliere comunale) piuttosto che riconoscere il giusto merito al più grande segretario che il PCI abbia mai avuto. E’ più importante contrattare sui nomi o apparire, piuttosto che riconoscere il merito e i valori di due politici che tanto hanno rappresentato per il nostro Paese, nelle fasi più delicate della nostra Repubblica.

14 commenti su “A Milano se ne fregano di Berlinguer”

  1. Enrico sicuramente non ha bisogno di nulla per essere ricordato, tantomeno di passare dalle grazie dei burocrati. Era un grande uomo, come pochi e nessuno potrà mai cambiare i fatti. Probabilmente a lui neanche interesserebbe, non dannatevi l’anima. Per quanto riguarda Vittorio, penso sia la stessa cosa, se un ragazzo benestante molla tutto e condivide tutti i disagi con persone che neanche conosce, delle formalità probabilmente non saprebbe che farsene. Restiamo umani..

  2. Caro Stefano, sono d’accordo che non è il nome di una piazza a cambiare le sorti di un paese, tuttavia è un segnale.
    Un piccolo monito, un riconoscimento qualitativo.
    La tua reazione mi pare un po’ eccessiva e gratuitamente aggressiva.
    Scusami se mi permetto.

  3. Con il paese che sta andando a rotoli ancora si sta a ciurlare nel manico con questa storia di una via da dedicare a Berlinguer! Se potesse Lui censurerebbe chi si affanna in questo senso. Sono cose che si propongono in particolari condizioni di normalità politica, di pace sociale e di stabilità economica, lo dice uno che scelse il PCI proprio per Lui!

  4. L’ultima cosa che vorrei fare in memoria di Berlinguer è farne una icona. Seguiamo i suoi insegnamenti, anche mettendo qualcosa in discussione e non critichiamo Milano se non ha una strada dedicata a Berlinguer quando nel mio paese, dove governa la sinistra dal dopoguerra, hanno dedicato una strada ad Amintore Fanfani ma non gli è passato nemmeno per la capa di dedicarne una ad Enrico Berlinguer.

  5. Ok, come possiamo aiutare il progetto di intitolare una via a Berlinguer, da un modesto Consiglio di Zona? Fatemi sapere e lo facciamo.

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