Il Paese dello “Stay”… quiet

I fisici italiani scappano in Francia perché “qui c’è massima trasparenza, posti regolati e tempo indeterminato“, dice Francesco Zamponi, ricercatore di Meccanica Statica dei sistemi complessi presso il Cnrs, l’omologo francese del nostro Cnr. “Non devi metterti in coda all’ordinario di turno e aspettare un concorso che potrà non arrivare prima di cinque o dieci anni, ma puoi giocartela ogni anno grazie ai bandi del principale ente statale deputato alla ricerca di base.

Stefano Fedele, professore associato a 34 anni, dice di non stupirsi nemmeno più della velocità con cui progredisce in carriera all’University College of London, la quarta università europea, perché lì guardano il tuo curriculum, le tue pubblicazioni e non il nome di tuo padre.

Ecco, è morto Steve Jobs, e tutti a ricordare il suo discorso a Stanford, in particolare “Stay Hungry, Stay Foolish“, siate affamati, siate folli. Il che è paradossale, come fa notare Pippo Civati sul suo blog, perché “nel Paese in cui è premiato pochissimo il merito, la voglia, il rischio, e la follia dell’anticonformismo, l’unica cosa che ci resta è lo stay. Siamo il Paese dello stay. Di quelli che si sono accomodati già. Anzi, per loro, si erano già accomodati i loro genitori. Siamo l’Italia immobile, dove tutti stanno, appunto, al loro posto, senza mettersi in gioco mai.”

Ecco, questo è il punto. Si chiede ai giovani di mettersi in gioco, ma non li si mette in condizioni di farlo, tanto che fuggono all’estero. E del resto, sarà anche questa la mia fine: perché mai dovrei rimanere in un Paese dove il “figlio di papà” sarà sempre un passo avanti (se non qualche km) al “figlio di nessuno“? Lo Stato, lo si ripete fino alla morte, spende 500mila euro per formare i migliori ricercatori del mondo (non lo dico io, lo dicono i fatti), salvo poi regalare agli altri Paesi questo enorme capitale umano e sociale, semplicemente perché c’è una classe politica vecchia e corrotta che non vuole mettere mano al sistema nepotistico e clientelare che sorregge la società e il mercato del lavoro italiani.

E in un Paese dove la disoccupazione giovanile è al 30% e il restante è precario, che futuro hanno i ventenni della mia età? Il giorno in cui finiranno i risparmi dei nostri genitori, quando loro non ci saranno più e il welfare state sarà stato smantellato dall’ideologia neo-liberista che ha prodotto la crisi e che la vuole risolvere socializzandola (privatizzando i profitti e gli utili della finanza), che differenza ci sarà tra un giovane europeo, anzi, un giovane occidentale e un giovane emigrato africano? Verrebbe da dire, parafrasando Marx, “Giovani precari e sfruttati di tutto il mondo, unitevi!“, ma la maggioranza dei giovani europei è stata troppo ben abituata ai privilegi della propria appartenenza continentale per capire che è di fronte ad un bivio: permettere la restaurazione (e sancire la propria condizione di schiavitù perenne) o lottare per il cambiamento (qualcuno direbbe rivoluzione, ma non vogliamo spaventare il lettore moderato con toni apocalittici, che però ben si confanno alla situazione).

Il punto è che la società corrotta e i media che cercano di mantenerla in vita più che lo “Stay Hungry, Stay Foolish“, propagandano lo “Stay Quiet“, ovvero, mettiti in fila, prima o poi il sistema delle clientele qualcosa darà anche a te, e tu dovrai ringraziare per un tuo diritto che però ti verrà dato sotto forma di favore. Che è ciò che sta alla base della società mafiosa. Diceva Falcone: “Bisogna distinguere tra mafia e mentalità mafiosa, la seconda la si trova ovunque.

Ecco, visto l’andazzo in certi partiti, anche di centrosinistra, e l’andazzo in generale, tra la società corrotta dello Stay Quiet e quella mafiosa del ‘ A megghiu parola è chidda ca ‘un si dici.” che differenza c’è?

16 commenti su “Il Paese dello “Stay”… quiet”

  1. Stay behind, dietro a papà, al barone, al garante, al protettore, all’uomo della provvidenza, alle gonne di mamma, al piccolo privilegio che ti è costato m… e dignità, alla squadra del cuore. Stay behind da Gladio all’ultimo stadio

  2. una precisazione: non è che sono fighi solo i ‘cervelli’ che se ne vanno…quelli che restano non è che sono dei mediocri o meno bravi!!!

  3. e non è neanche vera la favoletta de “all’estero tutto è rosa”. No, non è proprio così!!!!

  4. sono d’accordo con laura, i ricercatori in italia sono comunque vincitori di pubblico concorso già per accedere ad un dottorato che ad esempio all’estero si ottiene con la sola conoscenzad el docente..

  5. per la precisione ho un figlio Fisico fighissimo e bravissimo che non è ancora scappato, chissà domani..

  6. All’estero, Rosalba, si manda un curriculum, l’elenco delle eventuali pubblicazioni e quello a cui ti riferisci è la lettera di raccomandazione (che è richiesta in numero non inferiore a 3) in cui tre professori mettono in gioco il proprio prestigio assicurando le qualità del candidato a ricoprire quel posto in quella determinata università; sono i primi che non hanno interesse a mandare caproni, perché ci fanno brutta figura loro. Qui ci sono i concorsi pubblici, ma la cronaca di quelli truccati è troppo lunga per essere qui percorsa. 1 su mille ce la fa, ma gli altri 999 bravi vanno all’estero. E fanno bene. EB.IT STAFF

  7. mi riferivo agli accessi ai dottorati che in italia sono molto più difficili rispetto al resto d’Europa. Comunque anche se il Ph all’estero è meno inaccessibile, non è detto che tutti diventino professori universitari…

  8. prima, le persone mi ricordo che facevano la fila al bar per pagare il caffè al mafioso di turno. ora continuano a fare la fila per pagarlo al senatore di turno. conclusione non è cambiato niente, anzi la situazione è peggiorata: in quanto tutto avviene sotto gli occhi di tutti forze dell’ordine compresi. in poche parole se un semplice cittadino,onesto è dignitoso non fà la fila, puo fare le valigie……

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