Un fantasma si aggira per Milano: il Porcellum Antimafia

Milano ha un’occasione storica, la nuova Giunta Pisapia ha l’opportunità finalmente di istituire una commissione antimafia e dare un segnale forte di discontinuità col passato. E Milano un Presidente naturale e ideale per la commissione ce l’ha già, si chiama Nando Dalla Chiesa.

Così logico e così sensato è stato oggi Gianni Barbacetto, alla presentazione del suo ultimo libro scritto con Davide Milosa (Le Mani sulla Città – I boss della ‘ndrangheta vivono tra noi e controllano Milano), che viene proprio da chiedersi: ma alla fine qual è il problema?

Sì, perché Milano, sul fronte dell’antimafia, ha alle spalle un precedente esemplare: il famoso Comitato Smuraglia, che nella delibera di istituzione (proposta dall’allora Sindaco Paolo Pillitteri, quello “La Mafia non esiste a Milano”) assumeva lo status di commissione speciale e temporanea.

Ideato da Carlo Smuraglia, galantuomo del Pci, allora consigliere comunale, oggi Presidente dell’ANPI, questo Comitato composto da 11 esperti e 4 consiglieri fu de facto imposto all’allora cognato di Bettino Craxi dopo la valanga di arresti dell’indagine Duomo Connection, che rivelò tra le altre cose come a Milano per il boss Antonino Carollo fosse facilissimo ottenere favori per i corleonesi dalla giunta milanese.

Quel Comitato anticipò e fu determinante nell’acquisire informazioni utili alla magistratura, proprio perché l’approccio politico-competente è di natura scevro dalla burocrazia a cui è costretta la magistratura: funzionò così bene che, non potendolo controllare, alla fine i partiti lo costrinsero alla chiusura (anche perché nel frattempo la maggioranza di Pillitteri andava in frantumi sotto le inchieste di Tangentopoli).

Pisapia si è sempre espresso, sin dalla campagna elettorale, per una riedizione della Smuraglia ed è anche assai logico: se una cosa ha funzionato, che senso avrebbe cambiarla?

E invece no. Già quando il 28 luglio organizzammo un dibattito alla Libreria del Mondo Offeso con Nando Dalla Chiesa e Mirko Mazzali, quest’ultimo, avvocato dei centri sociali e consigliere comunale indipendente eletto nelle liste di Sel, proponeva tutt’altra cosa: una commissione interamente di consiglieri affiancata da un comitato scientifico. Un elefantiaco organo burocratico che nella migliore delle ipotesi sarebbe diventato la vetrina per le scaramucce tra maggioranza e opposizione, senza produrre alcun risultato.

Il Pd, per bocca del suo candidato in pectore alla presidenza della commissione, David Gentili, era addirittura contrario alla presenza degli esperti. E la cosa buffa è che lo stesso Gentili, nel suo intervento alla Casa della Cultura l’8 settembre scorso, ha detto di essere assolutamente certo che la Commissione Smuraglia è la soluzione ideale, ma lui da politico non può votare qualcosa che affermi che il Consiglio Comunale ha bisogno di esperti per lottare contro la mafia: è come se il padre di un bambino malato di tumore si rifiutasse di far curare il figlio dal miglior oncologo del Paese perché non vuole far sapere al figlio che non ne capisce nulla di medicina.

Quello che emerge ora è che la maggioranza sia orientata a sposare la proposta che Mazzali aveva esposto già il 28 luglio, stranamente rinominata “la mediazione Basilio”, dal nome del Presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, che in realtà di mediazione ha ben poco: trattasi di una vera porcata. E ci pare strano che uno storico combattente trentennale a Palazzo Marino come lui abbia potuto dare il nome ad una cosa del genere, che de facto riduce la Commissione Antimafia ad un mero specchietto per le allodole.

Sempre l’8 settembre Basilio Rizzo diceva che in Consiglio Comunale, disposti a votare la riedizione della Smuraglia, c’erano solo 5-6 consiglieri. Giuliano Pisapia, interrogato sul tema, ha allargato le braccia e ha risposto con un laconico: “Non so proprio dirvi nulla.

Il che, non c’è che dire, è proprio incoraggiante.

L’unico, fresco di Summer School sull’impresa mafiosa, che sta lavorando ad una mozione per riproporre la Smuraglia così com’era è Mattia Calise, il giovane consigliere del Movimento 5 Stelle, che ieri è stato l’unico in Consiglio Comunale a ricordare come la competenza sia un elemento imprescindibile nella lotta alla mafia.

Insomma, l’antimafia, l’ho già detto, non è roba per cretini. E nemmeno per dilettanti. Anche perché poi non si capisce per quale motivo se gli esperti sono maggioranza allora si delegittima la politica: lor signori vogliono spiegarci perché invece la Presidenza e la Vice-presidenza del Comitato garante per la trasparenza degli atti amministrativi andrà a Valerio Onida e Umberto Ambrosoli, nessuno dei due eletti in consiglio comunale?

Perché Onida e Ambrosoli sì, mentre Dalla Chiesa, Colombo, Turone no? Qual è il problema?

Forse si può dare una chiave di lettura, che ha del grottesco, ma pare la più plausibile: non è che lor signori hanno paura che una commissione che funzioni finisca per funzionare talmente bene da scoprire chissà cosa sugli appalti Expo? Sulle imprese che vinceranno quegli appalti? E che quindi a qualcuno sia venuto in mente lo stesso ragionamento che portava certi politici e imprenditori nella Palermo degli anni ’80 a dire che Falcone era un bastardo perché rovinava con le sue inchieste l’economia siciliana?

Ieri è stata assegnata la prima gara d’appalto dell’Expo, con un massimo ribasso del 47%, una cifra impossibile da ottenere in tempi di crisi come questo. Pisapia ha detto che sarà la prima e l’ultima con questo sistema e che vigilerà, ma senza una Commissione Antimafia che funzioni come potrà farlo?

Milano ha un’occasione storica, come ha detto Barbacetto. Si spera vivamente che il Sindaco non si lasci condizionare dalla sua maggioranza, spazzi via qualsiasi Porcellum antimafia e si impegni per dare a Milano la miglior protezione possibile dalla ‘ndrangheta.

Questo è il compito della politica. Se non lo fa, non solo questa maggioranza dirà ai milanesi che sull’antimafia ha fatto peggio della maggioranza che sosteneva Paolo Pillitteri, ma dirà anche un’altra cosa: che a Milano il vento non è cambiato.

28 commenti su “Un fantasma si aggira per Milano: il Porcellum Antimafia”

  1. Non sono tanto d’accordo con questo intervento, sia nel merito sia soprattutto nel tono.
    Meglio una commissione mista di esperti e consiglieri o una commissione di consiglieri supportata da esperti? Il primo modello, mi spiace dirlo, da un punto di vista istituzionale ha molti difetti: mischia e confonde ruoli diversi (quello di chi è stato eletto e quello dell’autorevolezza disciplinare – sono cose importanti tutte e due, ma diverse), cosa che purtroppo ha sempre generato problemi nell’efficacia dei provvedimenti (in termini gergali, i consiglieri hanno la possibilità di atti linguistici performativi, gli esperti solo connotativi; ovvero di agire sulla realtà mediante meccanismi istituzionali consolidati o di descriverla. Il secondo modello è quello più diffuso (le commissioni su bilancio o urbanistica sono appunto distinte fra ruoli politici e culturali) e funziona meglio nell’ordinarietà. Il primo è più visibile e più tipico nelle situazioni eccezionali, ma spesso meno efficace nei suoi risultati (e infatti lo stesso Della Chiesa nel suo blog cita come risultato eclatante della commissione Smuraglia la produzione di una “relazione”: ottimo, ma non basta, quello che servono sono regole, comportamenti, riduzione dei danni, ecc.).
    Ma capisco che ci possano essere opinioni diverse. Quello che non capisco è come mai chi non è d’accordo con il modello della commissione Smuraglia venga automaticamente etichettato come losco, colluso, poco trasparente, ecc, ecc., come se agisse non per il bene della città ma per chissà quali interessi nascosti (tutti amici dei mafiosi?).
    A me la proposta Rizzo piace, mi sembra ragionevole ed efficace. E non c’è nessun omino con la coppola che è venuto a promettermi in cambio qualche favore. Diamoci per cortesia una calmata.

    • Il fatto che tu non condivida nè il contenuto nè il tono, non è affar mio.

      La Commissione Smuraglia ha funzionato egregiamente 20 anni fa, questi sono i fatti. E ha funzionato perché ha tolto ai partiti (attenzione, non alla politica) il controllo di quella commissione.

      Vorrei ben capire perché un Comitato analogo a quello di Smuraglia, però sulla trasparenza degli atti amministrativi, addirittura sarà presieduto e vice-presieduto da due “esperti”, ovvero Valerio Onida e Umberto Ambrosoli. Singifica che il Consiglio Comunale è pieno di corrotti, per questo non si fida a nominare un suo membro a capo di questo comitato garante?

      Non mi pare. Così come nessuno ha detto che chi è per la Smuraglia è un mafioso, ma certamente non dà a Milano la protezione migliore dalla ‘ndrangheta. E questo non lo dico io, lo dicono persone come Don Ciotti, Claudio Fava, Nando Dalla Chiesa, Gherardo Colombo, Carlo Smuraglia, Giuliano Turone, Armando Spataro, Dario Fo, Peter Gomez, Gianni Barbacetto e tutte le altre associazioni antimafia.

      Guarda caso Libera Milano va contro il suo Presidente Nazionale e Presidente onorario e riceve una partnership da Majorino per il Comitato sui beni confiscati dalla mafia.

      Se il punto era dare altri gettoni a 15 consiglieri, potevano trovargli un’altra commissione, senza inquinare quella antimafia di incompetenza e di scambi politici tra maggioranza e opposizione.

      Questa proposta è una porcata. Nei modi in cui è stata proposta e nei fatti. Se ne facciano una ragione quelli che stanno scrivendo una pagina nera del centrosinistra al governo di Milano dopo 20 anni.

  2. C’entriamo con Berlinguer molto più di quelli che negli ultimi 20 anni lo hanno dimenticato per poi riferirsi a Craxi (e a Milano ne abbiamo viste le conseguenze con Penati). L’antimafia non è uno scherzo, caro Bilò. Chi si deve vergognare è chi in questi tre mesi ha organizzato una campagna di delegittimazione di Dalla Chiesa e di tutti quelli che spingevano per la riedizione della Smuraglia. EB.IT STAFF

  3. caro amico io ho 55 anni mi sono iscritto alla FGCI all’età di 14 , sono stato segretario di sezione del PCI per 5 anni a 24, ho diffuso l’Unità per 10 anni tutte le domeniche, ho pelato patate, cucinato bistecche e posso continuare… non mi sono mai riferito a Craxi e non mi sono mai dimenticato di Berlinguer ma continuo a dire che il vostro atteggiamento è quello della DDR o del migliore KGB

  4. Mi sembra una risposta molto sgarbata, soprattutto nell’incipit (il blog non è un luogo di discussione? o bisogna essere tutti preventivamente d’accordo?)
    L’obiezione che faccio è di tipo generale, sulla natura delle istituzioni. In democrazia decidono gli eletti o gli esperti? Attenzione, perchè – dalla Repubblica di Platone in poi – l’idea che fossero gli esperti, i filosofi, i professori a decidere è sempre stato uno degli argomenti preferiti dell’autoritarismo. Contro il suffragio universale, l’argomento era: mica saranno macellai e operai adesso a decidere? Cosa ne sanno loro? Fortunatamente, le nostre istituzioni si sono orientate verso un modello (vincente e soprattutto più rispettoso dei più deboli) nel quale gli eletti (i consiglieri, in questo caso) decidono perché questa è la democrazia, e non possono essere esperti su tutto; gli esperti quindi li supportano (con chiara distinzione di ruoli). E’ così per tutto, i piani regolatori mica li votano i professori del Politecnico, no? E questo principio (che è un principio sano, ci tengo a ribadirlo) viene applicato dappertutto, tranne due casi: dove c’è bisogno di terzietà (ad esempio il Comitato dei garanti sull’attività amministrativa: che siccome controlla l’operato delle istituzioni, non può essere composto da membri dell’istituzione stessa) o in caso di emergenza (la politica non ce la fa o è collusa). Siamo in uno di questi due casi? Non direi. E mi sembra che uno come Rizzo, che tutti conosciamo come persona intelligente e onesta (anche da un punto di vista intellettuale) non credo che si sarebbe spesa per la proposta della doppia commissione se fosse solo una questione di gettoni e non ci fosse un problema istituzionale più complesso dietro.
    Sulla commissione Smuraglia: se – ripeto – l’esito positivo è una “relazione”, be’ anche se ottima mi sembra poco (ma su questo non ci sono state repliche). E anche tutte le brave persone esperte di mafia che citi non mi sembrano esperte di come funzionano le amministrazioni comunali.
    E infine: qualificare come “porcata” le proposte altrui, o lanciare il sospetto che “lorsignori” abbiano interesse a non far funzionare la commissione per interessi sporchi legati agli affari Expo (come c’è scritto nel tuo post) non mi sembra bello. Come non mi sembra bello che Della Chiesa non accetti iscrizioni al suo blog per replicare alle sue considerazioni, accettando solo commenti di plauso alla sua posizione. Se deve esserci dibattito, che sia. Senza dover ricorrere sistematicamente all’argomento della demonizzazione di chi non è del tutto d’accordo con te. Spero che almeno questo sia condiviso.

I commenti sono chiusi.