Tito Boeri: “Il pareggio di bilancio in costituzione è inutile e dannoso”

Il Parlamento non chiude per le cinque settimane di vacanze sperate dai tanti e affaticati deputati e senatori (furiosa la berlusconiana Di Girolamo che col suo compagno Francesco Boccia, pd, aveva prenotato un coast to coast negli Usa).

Il che potrebbe anche essere una bella notizia. Ma le presunte riforme sul tavolo, dalla riforma dell’art.41 alla costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, sembrano un mero specchietto per le allodole, che non solo non ha convinto i mercati, ma ha de facto commissariato l’Italia, la cui politica economica viene decisa oramai da Francia e Germania.

La situazione economica dell’Italia, sono tutti concordi, non era affatto critica fino a qualche settimana fa, nonostante il debito pubblico galoppante. Rispetto alla Francia, non siamo messi poi tanto peggio.

Certo, la nostra economia rallenta, merito anche della politica economica sbagliata di questo governo, ma non precipita.

Dunque che cosa è successo? Semplicemente i cosiddetti mercati, vista la crisi politica che attraversa il nostro Paese, hanno deciso di attaccarci. Ma l’attacco verso la terza economia d’Europa poteva benissimo essere portato avanti contro la Francia, il cui sistema finanziario non si poggia come in Germania su solidi valori industriali, ma su quelli finanziari.

Dunque il nostro problema è il Cavaliere e le presunte ricette per reagire all’attacco (che ha come obiettivo l’euro), tra cui ci sono appunto la tanto sventolata da anni riforma dell’art.41 e la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio.

Due misure definite da Tito Boeri inutili e dannose. Scrive l’economista su Repubblica: “L’inserimento dell’obbligo di bilancio in pareggio nella Costituzione è addirittura una norma sbagliata. Ci può mettere nelle stesse condizioni in cui si è trovato Obama nelle ultime settimane. Supponiamo che il nostro Paese si trovi a fronteggiare un rialzo dei tassi di interesse inaspettato oppure una recessione internazionale dopo aver approvato un bilancio in pareggio. Come potrà essere finanziata questa spesa aggiuntiva senza che il provvedimento venga dichiarato incostituzionale? In ogni caso un governo deve poter anche utilizzare il deficit di bilancio durante le recessioni per ridurre i costi e la durata. Precludersi a priori questa possibilità è un grave errore.

Quanto alla riforma dell’art.41 è lapidario: “è una misura del tutto inutile che rischia di assorbire tempo prezioso e capitale politico che potrebbe essere meglio investito. […] Non si migliora certo la concorrenza in entrata a colpi di Costituzione. Sarebbe troppo facile.

Il punto è che in realtà la riforma dell’art.41 è un via libera per criminali e avventurieri per fare profitti illegalmente alle spalle dei soliti noti. Che impatto ha sulla concorrenza e la competitività delle imprese la rimozione di un articolo che vieta l’attività imprenditoriale che sia in contrasto con l’utilità sociale? Assolutamente nessuno.

Dire però che “tutto è libero tranne ciò che è espressamente vietato dalla legge” significa che la criminalità organizzata potrà creare nuovi business criminali. E se la legge non li vieta espressamente? Allora saranno leciti. Belle ricette. Of course.

27 commenti su “Tito Boeri: “Il pareggio di bilancio in costituzione è inutile e dannoso””

  1. Il disavanzo, in alcuni momenti storici, può essere un opportunità per la crescita, pensiamo a Keynes ed al New Deal di Roosvelt. Perchè privarci della possibilità di poterlo utilizzare. Se in questo momento abbiamo bisogno di raggiungerlo anticipatamente, occorre farlo e basta, senza la necessità di inserirlo nella Costituzione, oltretutto insieme alla prospettata modifica dell’articolo sulla libertà di impresa.

  2. comunque la cosa davvero preoccupante è il tentativo che faranno per abolire tutte le conquiste dei lavoratori. cominciarono già con l’abolizione della scala mobile…arriveranno prima o poi a ridurre al lumicino pure il diritto di sciopero

  3. …sarebbe come dire che è vietato rubare, e da noi, in Italia, i ladri continuano imperterriti.

  4. se applicassimo lo stesso principio ai bilanci di molte famiglie italiane l’economia si fermerebbe ed alcuni bisogni, anche essenziali, non potrebbero essere soddisfatti.

  5. comunque son debitii dei tempi democristiani che dobbiam pagare, non degli ultimi anni, è venuto tempo che rimandare non è più possibile e se silvio cerca di rimandare, la sinistra non si dimostra così vogliosa di proporre una seria riforma dell’amministrazione pubblica che è l’unica via per una stato virtuoso….forse la paura di sempre di perdere consensi?….la questione morale non è solo dire ciò che ci fa piacere dire…..gli economisti sostenevano la globalizzazione fino a 10 minuti fa….

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