Feltri senza vergogna: “Giovani di Utoya incapaci ed egoisti”

Vergogna. Anche se Feltri vergogna non riesce proprio a provarla, ne ha data la prova tante volte. Infatti il problema non è lui, ma ancora chi non si è ribellato al suo giornalismo all’olio di ricino che una volta se la prende con i potenti che gli fanno uno sgarbo e l’altra volta invece con chi lotta contro i corrotti, i collusi e i cretini che ci sono nella nostra classe dirigente.

Questa volta però ha varcata la soglia di decenza minima per ottenere qualsiasi rispetto, qualsiasi riconoscimento di umanità. Perché questa volta non se l’è presa con i Dino Boffo rei di essersi ribellati al Capo supremo, né con i Fini che provano a dare spallate a Berlusconi invano: questa volta se l’è presa con delle vittime innocenti, dei ventenni come me pieni di fiducia nel futuro e di speranza per il proprio Paese.

Se l’è presa con giovani che a leggerne le storie non si può non vedere se stessi: tutti accomunati da un ideale, tutti che tra di loro, a vent’anni, si chiamavano compagni, con quell’orgoglio proprio dei giovani della nostra età, non consumati dalle consorterie, dalle clientele, dagli accordi sottobanco, da tutto quello che rende la politica agli occhi dei cittadini una cosa sporca.

La tesi di Feltri è assurda quanto spietata: come è possibile che  i 500 giovani presenti sull’isola di Utoya non siano riusciti a fermare la carneficina? Potevano, secondo Feltri, lanciarsi sull’attentatore cosicché “alcuni di sicuro sarebbero stati abbattuti ma non tutti”.

Parla di giovani di 20 anni come carne da macello, come pedoni di una partita a scacchi, come dei soldatini del Risiko senza vita. Ognuno dei quali è colpevole di aver pensato “a salvare se stesso illudendosi di spuntarla”. Per questo sarebbero stati degli incapaci, degli egoisti, dei rammolliti.

No, quei giovani non erano degli egoisti e non erano dei rammolliti. Sono dei martiri della causa socialista. Sono giovani che si preoccupavano del proprio futuro e non lasciavano deleghe in bianco a nessuno. Erano e sono degli eroi. Anche perché in queste ore l’attentatore ha dichiarato di aver agito assieme a due cellule, quindi anche un eventuale resistenza a mani nude avrebbe provocato solo più morti.

Inoltre, una domanda a Feltri, di fronte ad un folle omicida, lui che cosa avrebbe fatto? Si sarebbe buttato verso il fucile provando a farlo fuori a mani nude? Visti i precedenti, dubitiamo fortemente. Quelli come Feltri, che stanno sempre dalla parte dei potenti e dei prepotenti, probabilmente avrebbero preso il primo fucile in mano e si sarebbero uniti alla mattanza.

Perché sparare a zero su quei giovani è come ucciderli una seconda volta. Vergogna, vergogna, vergogna.

L’editoriale di Feltri

28 commenti su “Feltri senza vergogna: “Giovani di Utoya incapaci ed egoisti””

  1. ma quanta merda ci tocca ancora sopportare prima di mandarli tutti a casa???

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