‘nrdangheta: il Comune di Milano si costituisce parte civile

Il Comune di Milano ha chiesto e ha ottenuto di potersi costituire come parte civile nel processo contro i presunti assassini di Lea Garofalo, l’ex collaboratrice di giustizia scomparsa il 24 novembre 2009. La donna era moglie di Carlo Cosco, affiliato alla ‘ndrangheta, condannato per la Strage di Rozzano, e aveva cominciato a collaborare con la giustizia nel 2002, quando aveva deciso di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e un’altra rivale ed era stata messa sotto protezione.

Segnale importante quindi nella nuova Milano di Giuliano Pisapia, che ha espressamente richiesto di potersi costituire come parte civile nel processo senza passare dalla Giunta. Secondo il sindaco infatti “È evidente che anche un’istituzione come l’amministrazione comunale, la più vicina ai cittadini, sia coinvolta nella difesa della città dalle infiltrazioni mafiose e dagli attacchi della criminalità in generale. Si tratta di un’emergenza, non solo criminale ma anche sociale ed economica”.

E’ un buon segnale che dichiara che la mafia anche in terra milanese esiste (un’azienda della famiglia Cosco lavorava presso i cantieri della metropolitana 5) e che il Comune non intende stare a guardare. Nella stessa direzione va la costituzione di una commissione antimafia a Milano, che avrà come precisi compiti: “Beni confiscati, protocolli nei settori dell’edilizia, del commercio e degli appalti, educazione alla legalità, prevenzione del riciclaggio. E naturalmente, informazione alla politica e alla cittadinanza sui vari aspetti del fenomeno mafioso in città” dichiara David Gentili, consigliere comunale del Pd che potrebbe ricoprire il ruolo di Presidente della commissione, anche se è sempre viva l’opzione esterna, da noi caldeggiata, di Nando Dalla Chiesa.

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