Lettera di una precaria “sfortunata”

Lettera inviata da una precaria del Comune di Milano che è stata licenziata il 30 giugno 2011 per mancanza di soldi, inviata al sito “Pisapia Ja Bitte

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una precaria del Comune che non ha avuto la fortuna (o la furbizia) di cammellare in campagna elettorale per qualche maggiorente. Ovviamente l’autrice preferisce restare anonima, quindi abbiamo cambiato i nomi delle persone con altri di fantasia.

Ciao PJB, leggo sempre i vostri appunti sul palazzo… C’è chi entra e chi esce, compresi noi precari storici (Luca da 19 anni, io da 15, Gianna e Roberta da 13 e via) rottamati lietamente alla scadenza del 30 giugno. Dopo 36 di lavoro di cui 26 da precaria, purtroppo non appartengo alla categoria dei graziati da concorsi guidati, in ufficio fino alle 17 a vita a fare un cazzo e a sputare veleno su chi lavora. Non appartengo neanche alla categoria degli inviati di Repubblica con casa compiacente al PAT, mi va bene se pat pat me lo fanno sulla testa gli amici sfigati come me. Vorrà dire che smetto di inseguire la fatica del lavoro perché a 55 anni ne ho i coglioni pieni e scelgo di darmi alle facezie.

Intanto miei colleghi sono in ufficio gratis, con la speranza che venga dato seguito al proposito, manifestato da Baruffi, di recuperare maternità e anzianità. Io ho già regalato al Comune fino alla nausea, stavolta ho regalato solo il primo luglio inseguendo la lettera di fine incarico, consegnataci anonimamente da un’impiegata, neanche dai responsabili (“responsabili”?)

27 commenti su “Lettera di una precaria “sfortunata””

  1. da nove anni lavoro con contratto a termine con una ditta di pulizie quest’anno a settembre non so se mi chiameranno perchè la gelmini ha ridotto i soldi per le ditte appaltatrici sempre a settembre compio 37 anni sono diplomato ma mi sento di essere nessuno quale futuro cari politici per quelli come noi?

  2. Un’Italia degli scandali che ha generato milioni di parassiti e che alimenta e coccola i quaquaraqua (grande miniera di voti per criminali). Italia di pacifisti e civili manifestanti o meglio…festanti che, con il rispetto delle regole, partecipano alla disgregazione dello stato sociale e della democrazia. Italia di una sinistra rappresentata da pseudo democristiani ipocriti e sornioni che non pensano ad altro che a rubare le poltrone. Italia per l quale non sai più che votare e che determina nuovi eroi negli astensionisti.

  3. mi dispiace per la precaria che non ha santi in paradiso,ma vorrei dirle una piccola cosa, ma di massima importanza.Quando una persona scrive e denuncia un fatto grave come la precarietà nel lavoro,deve avere le palle di firmare tale lattera.L’anonimato non porta da nessuna parte,io stessa prendere la lettera e la butterei nel cestino xchè chi non firma ,a mio umile avviso, è un codardo,quindi le lotte si vincono guardando in faccia e non nascondendosi nell’anonimato.

  4. La vita(…se si può chiamare vita) di noi inoccupati…Precari,quando va bene; è un tiro alla fune con il quotidiano.Si vive al momento,non sapendo cosa ci riserverà il domani.Intanto il tempo passa e si scopre,con brutale amarezza,che siamo fuori…L’età anagrafica diventa un handicapp.In 20 anni di precariato,mi sono adoperata in non so più quanti lavori.Immaginatevi un Arturo Brachetti che si trasforma in un batter d’occhio,indossando panni diversi,e sempre di corsa,adattandosi a tutto,pur di sopravvivere.Mi è rimasta la dignità,quella stessa dignità che hanno tutti i poveri,senza santi e senza paradiso! Ho un curriculum vitae che sembra quello di 10 persone diverse!!! …E da domani di nuovo a cercare…

  5. POSSO DIRE CHE SE SI APRE UN SITO PER I PRECARI C’è IL RISCHIO CHE DIVENTI UNA VALVOLA DI SFOGO per chi da anni non ha un lavoro fisso.Quando si parla degli anni settanta tutti dicono che il posto fisso era il padre di tutti i mali ,infatti si diceva che una volta assunto il lavoratore diventava un vagabondo.per fare cambiare le cose le ditte non assumevano più nessuno anche a costo di perdere delle commesse.Poi anche i lavoratori hanno incominciato a dire che chi aveva il posto fisso doveva lasciare il posto al disoccupato.Risultato che una persona si trova praticamente a vita,e anche i comuni si trovano costretti ad assumere precari perchè bloccano da Roma le assunzioni del pubblico,che sono un branco di vagabondi tutelati dal posto fisso.Achi parla di rivoluzione non la si fa distruggendo ma costruendo un movimento che non pensi solo a se stesso ma anche agli altri .quando un precario diventa fisso deve continuare a lottare perchè cambi il sistema .ho assistito ad un picchetto derchè avevano licenziato 36 persone in sicilia indovinate quanti erano davanti al portone???????

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