E’ una porcata: vogliamo fare qualcosa?

 

di Alessandro Gilioli, giornalista de L’Espresso, nota su facebook

Ne hanno scritto, molto bene, Juan Carlos De Martin sulla Stampa e Federico Mello sul Fatto.

Poi sui giornali di carta non ho visto molto altro: ma potrebbe essermi sfuggito, perché sono stato via una settimana.

Comunque quello che stanno per fare all’Agcom è una porcheria di cui forse dovremmo occuparci tutti. Di destra, di centro, di sinistra, di qualsiasi parte.

Ricapitolando, brevemente: in Italia un organo non giudiziario avrà il diritto di eliminare, senza un processo, i contenuti Internet che ritiene violino il copyright di qualcuno. Il che significa che la libertà della Rete viene affidata a un arbitrio. Lo spiega bene il giurista Guido Scorza. Leggetelo tutto, il suo pezzo, e vi fate un’idea di quello che sta succedendo. Qui il post di Zambardino sul ‘libro bianco’ e mi scuso per il ritardo nel link. Qui la pagina in merito di Valigia Blu. Qui un buon pezzo di Punto informatico: «Viene da chiedersi come qualunque cittadino della Rete possa assistere senza far niente a questa devastazione dei suoi diritti», scrive tra l’altro Marco Calamari.

In questa intervista, Luca Nicotra spiega come Corrado Calabrò (Agcom, appunto) abbia escluso ogni mediazione: si vede che qualcuno gli soffia sulle spalle parecchio.

Lo so, lo so: gridare alla censura rischia di sembrare sempre un po’ naïf, già in passato ci hannoprovato ma alla fine si sono tirati indietro, poi si spera sempre che la norma rimanga sulla crta e che l’Agcom non rompa alle scatole a nessuno.

Resta, tuttavia, una porcata. E resta il fatto che un’autorità amministrativa diventa il giudice unico del web italiano. Insomma, lo ripeto: qui è il caso davvero di fare qualcosa tutti insieme. Chi sta con il Pd e chi con Grillo, chi con Vendola e chi con Di Pietro, ma anche oltre, molto oltre se possibile. Del resto basta stare con la libertà per impegnarsi in questa cosa.

Intanto segnalo due delle petizioni che ho visto on line, quella di Avaaz e quella di Agorà Digitale e altri. Ma credo che il ‘clicktivism’ in questo caso davvero non basti. Servono idee, proposte, gente che rompa le scatole. Serve che i partiti e i politici si sveglino (pronto, ci siete? O fa troppo caldo?).

In Turchia il 15 maggio sono scese in piazza migliaia di persone per la libertà del Web. La Turchia occupa l’ultima posizione in Europa occidentale nella classifica sulle libertà d’espressione di Freedom House. Noi, la penultima. Insomma serve una mobilitazione come contro la legge bavaglio. Anche se siamo quasi a luglio. Non è meglio, questa cosa qui, mi pare.

 

23 commenti su “E’ una porcata: vogliamo fare qualcosa?”

  1. Bisogna portare la gente in piazza! Ma difficilmente questo popolo di pecore scenderà a rivendicare diritti e libertà. Sono tutti rincoglioniti dalle belle parole del nano!

  2. stanno tirando troppi colpi bassi ,è come in un combattimento di boxe dove il campione vuole mettere al tappetto l’avversario,ma non sanno che dopo tanti cazzotti uno trova con la rabbia tutta la forza per RIALZARSI e urlare “ADRIANAAAA’ fa anche rima con RABBIA ITALIANA

  3. non confondiamo i comunisti con i fascisti,questi ultimi governarono 20 anni in italia è fù il peggior ventennio del novecento,mentre i comunisti da soli non hanno mai governato ,la prima volta è stata nel 1994 però uniti ad altri partiti con romano prodi,quindi non hanno fatto i danni del fascismo, se hanno una colpa la devono condividere con gli altri

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