Cinque Milioni di euro per il Papa Beato

Lasciamo perdere ora il Papa beato, se se lo meritava o meno, se era buono, cattivo, a conoscenza o non a conoscenza e tutto il resto. Parliamo di portafogli, in particolare quello degli italiani, indebitati, sempre grazie ai governi dello statista latitante, per 3000 euro a testa (abbiamo il terzo, anzi, pardon, il quarto debito pubblico del mondo, la Germania ci ha appena superato, ma loro crescono, noi no).

Buon senso avrebbe voluto, visto che lo Stato è laico e fortemente indebitato, che della beatificazione si occupasse il Vaticano, che per giunta è pure uno Stato straniero: un po’ come se noi Italiani avessimo dovuto contribuire per il matrimonio di William e Kate (che ora si è scoperto che hanno rinunciato alla luna di miele perchè preavvertiti del blitz anti-osama, mica perché convertiti all’austerità). Una follia. Ma si sa, in quanto a follie e paradossi (soprattutto economico-finanziari), i rapporti tra Stato italiano e Vaticano ne sono pieni.

Ora, non è questa la sede per ricordare esenzione Ici, meccanismi perversi dell’8xmille, dimezzamento Irpef, il finanziamento incostituzionale alle scuole cattoliche e tanti altri piccoli privlegi fiscali (che sommati drenano dalle casse statali 2 miliardi di euro all’anno), ma la domanda è: quei cinque milioni era il caso di spenderli, se il Comune di Roma non li aveva? Quando ho letto questa notizia dell’Ansa sono cascato giù dalla sedia:

“Il sindaco Gianni Alemanno fa sapere di aver ricevuto rassicurazioni dal sottosegretario Gianni Letta sul rimborso dei costi sostenuti dal Comune di Roma per la beatificazione di Karol Wojtyla. Il sindaco capitolino, alla conferenza stampa di chiusura della tre giorni romana dedicata all’evento, ha quantificato a 4,7 milioni le spese che hanno pesato sulle casse del Comune di Roma. Alemanno oggi, al margine di una inaugurazone di un impianto solare di Acea, ha rassicurato i cittadini romani che “non ci sarà un aumento della tassazione”, “non è prevista nessuna tassa. Il bilancio è già stato fatto”. Dice di aver parlato con Letta che “ha rassicurato sul rimborso”. “Solo – ha spiegato Alemanno – siccome non abbiamo utilizzato le procedure per i grandi eventi, bisogna fare una legge per autorizzare la spesa. O si trova un veicolo oppure si farà con la manovra di giugno. Io sono tranquillo.”

Lui è tranquillo. Con i soldi nostri. In fondo i romani non pagheranno nulla: paga lo Stato italiano (dunque anche i romani? Per Alemanno no). Come sempre del resto.

Io rispetto la fede (sono pure cresimato) e non identifico le gerarchie, soprattutto quelle abituate ad affari e politica, con i valori del cattolicesimo incarnate in persone come Don Gallo, Don Ciotti, padre Alex Zanotelli e tutti quelli che interpretano in modo autentico il messaggio dei Vangeli. Del resto, non è difficile da dimostrare come, da Giuda Iscariota fino a Paul Marcinkus, passando per Sindona e Calvi, i discepoli addetti alla cassa non erano proprio mossi da pietà cristiana. Però è insopportabile e sospetto il fastidio con cui il Vaticano reagisce ogni volta che si toccano i suoi privilegi materiali.

Del resto, gli italiani spendono per mantenere la Chiesa più di quanto spendano per mantenere l’odiato ceto politico. Ma non lo sanno. C’era un teologo che una trentina d’anni fa scriveva queste parole:

La Chiesa sta divenendo per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo“.

Quel teologo era Joseph Ratzinger. Quando si dice l’ironia della sorte.

28 commenti su “Cinque Milioni di euro per il Papa Beato”

  1. purtroppo (per quelli che non la pensano così)..il clero quando si vota scende a patti…i partiti sono “golosi” e accettano di tutto, anche di destinare il 2% delle nostre tasse alle “opere piee”…noi poveri atei…paghiamo e inghiottiamo il rospo amaro…ma la “maggioranza degli Italiani” è bigotta e a “noi” tocca pagare e basta ! ! ! io mi consolo mandandoli AFFANCULO ! ! !

  2. ..l’infinito flusso di euro che finiscono nelle casse della chiesa sono un elemento essenziale della campagna elettorale dei nostri beneamati politici ai quali serve il bacino inesauribile di voti che la chiesa può ancora procurare..uno scambio a dir poco avvilente per chi crede e per chi non crede..

  3. Spostiamo il Vaticano in Israele, al confine con la Striscia di Gaza. Così hanno modo di riappacificarsi fra loro tre religioni principali monoteiste.

  4. beh paragonare la spesa della beatificazione con la politica era meglio non farla la battuta, da una vita diamo i doldi ai politici, almeno facessero qualcosa,pensano a noi solo quando si vota,e prendono soldoni finche’ campano,e sono anche soldi di chi non arriva a fine mese, loro si assicurano benefici finche’ campano, un paragone sbagliatissimo,era meglio risparmiarselo,era meglio dire sono stati soldi spesi bene per la beatificazione, e da una vita la politica ci spella alla faccia dei coglioni che li mantiene,

  5. Il governo paga volentieri lo scambio di favori: beatificare l’ex papa il 1° Maggio é un calcio in bocca ai lavoratori (che chiamano comunisti).

  6. Si chiama economia. Lo Stato spende 5 milioni, ma arrivano un milione e mezzo di persone cariche di quattrini, che spendono nello stato italiano, lo stato italiano guadagna moltissime volte quello che ha speso.

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