MA QUALE UNITA’ SINDACALE?

Ieri  è stato il primo maggio che, casualmente, è coinciso con la beatificazione di Giovanni Paolo II, non è di quest’ultima che voglio parlare, per chi vuol sapere cosa penso al proposito basta contattarmi.

La mia riflessione è, naturalmente, sul primo maggio come Festa dei Lavoratori, nata per ricordare l’impegno ed i traguardi raggiunti dai sindacati dei lavoratori e istituita in Italia già nel 1891.

A circa cento anni dalla sua istituzione (parliamo del 1990), i tre più grandi sindacati italiani decidono di oganizzare un concerto gratuito da tenere a Roma che, ogni anno, si ripete portando nella città centinaia di migliaia di persone da tutto il Paese. A quale scopo nasce il concertone del primo maggio? Per celebrare l’unità sindacale.

Resta da chiedersi solamente una cosa: QUALE UNITA’ SINDACALE?

Uno dei successi della legislatura berlusoniana è stato, infatti, proprio quello di aver favorito la divisione sindacale. A quanti tavoli abbiamo assistito senza he fosse invitata la CGIL, quanti contratti sono stati firmati senza l’accordo della stessa? E a quante di queste assurdità ancora dovremo assistere?

Bisogna dire che il Concerto di quest’anno è stato di un’altissima qualità, soprattutto per gli interventi (in particolare quello finale) di Neri Marcorè, eppure che il concerto, ormai, si organizzi solo per tradizione, solo come evento e non come celebrazione dell’unità risulta sempre più chiaro ed è stato onfermato dalla totale mancanza di un minimo stralcio di discorso pubblico dei segretari sindacali, mostratisi insieme davanti all’enorme pubblico di san Giovanni solo per cantare assieme, per pochi minuti, l’inno d’Italia e poi dileguatisi nell’ombra.

Se sicuramente ha senso (e ce l’ha) festeggiare la giornata dedicata alle rivendicazioni e alle vittorie (ma anche alle sconfitte) sindacali, ha ancora, ideologicamente parlando, senso organizzare e partecipare al concertone gratuito nato per celebrare un’unità sindacale che giorno dopo giorno appare perduta? Non sarebbe il caso di RICOSTRUIRLA prima che di festeggiarla ancora ipocritamente tale unità?

32 commenti su “MA QUALE UNITA’ SINDACALE?”

    • a parlare di disunità sindacale non sono il solo, la stessa Camusso (coinvolta in prima persona nella discussione sull’unità sindacale, non certo una persona qualunque) ha dichiarato che è necessario «ragionare sugli effetti negati che la divisione sindacale ha avuto». Perchè «il sindacato non può che ragionare di come rendere unito il lavoro, renderlo forte e farlo crescere».
      (http://www.unita.it/camusso-ai-sindacati-br-ora-stiamo-uniti-1.288646)
      ciò che volevo sottolineare è che, prima di festeggiare un’unità che non c’è bisognerebbe pensare a ricostruire l’unità sindacale.

    • tutto vero, dalle pagine di rainews24 si legge “e’ scoppiata la polemica, con accuse di censura, da parte di diversi artisti che hanno dovuto firmare una liberatoria nella quale si obbligava a non parlare di referendum e a non dare indicazioni di voto, per la diretta televisiva su Rai3” e ancora “Gino Paoli, Bandabardo’, Ascanio Celestini, hanno criticato la liberatoria, ritenendola lesivo della liberta’ di parola, un’interpretazione rigettata dagli organizzatori, secondo i quali e’ la legge ad imporre un tale atto, ed anche dalla Rai, che parla di prassi in campagna elettorale o referendaria.

      (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=152402)

  1. sempre più ipocrisia…vedere i sindacati, soprattutto cisl,uil…a questa festa la reputo un’offesa ai lavoratori!

  2. QUELLA CHE DA LA PRIORITA’ AI TANTI PROBLEMI DEGLI ITALIANI, DISOCCUPATI, IN CASSA INTEGRAZIONE, LAVORATORI PRECARI E PENSIONATI

  3. Pienamente d’accordo con il trefiletto iniziale,dove non conta la maggioranza degli operai ma quella dei sindacatipercio’ 2 valgoni piu’ di 1,alla faccia della classe dei lavoratori,poi dicono che si sentono minacciati anche verbalmente…..che ipocriti!!!

    • infatti il succo è proprio lì: prima di festeggiare con un concerto l’unità sindacale, bisogna creare le condizioni perchè i sindacati siano davvero uniti.

  4. Ipocrisia pura vederli ancora uniti per salvare le apparenze! vergogna per quello che stanno portando avanti CISL e UIL,ma poco coraggio anche da parte della CGIL per non prendere decisioni drastiche e chiare che farebbero capire ancora ai lavoratori da che parte stare.Per ora c’è solo la FIOM e ed i Sindacati di base!

  5. La colpa è di quei lavoratori che stanno con certi sindacati, basta cancellarsi e iniziare una nuova era sindacale andando a fare le trattative con le aziende senza abbassarsi le mutande come è stato fatto sino adesso, si va a difendere i lavoratori e non a mangiare con le tessere da una parte e dall’altra con le assunzioni dei figli e degli amici.

  6. un sindacato con le palle si batterebbe per l’home working: a parità di stipendio zewro spese per i trasporti, meno inquinamento. PEr le 32 ore: a fronte di una diminuzione del 20% delle ore lavorate, e diminuzione degli stipendi, divieto ASSOLUTO di straordinari: vuoi più lavoro paghi più persone!!! ah, naturalmente ora irete, “così non si campa”… basta reintrodurre l’equo canone e finisce che ci andiamo a guadagnare tutti!!! ma ci vorrebbe un vero sindacato con le vere palle

  7. …è dal 1966 che aspetto questa unità!!Già da allora essendo sindacalista della CGIL veniva paventata questa famosa Unione, ma ancora adesso lo stesso copione di allora con la peggiorativa che niente è cambiato!!!!!!Che dire ancora? Niente, perchè niente cambierà!!Spero che i giovani abbiano ancora senso dello stato per guarire quest’Italia allo sfascio!!!Io sarò sempre PARTIGIANO!!!!!

  8. Non sono d’accordo. L’unità sindacale ha senso perchè senza siamo destinati a contare sempre meno, nonostante tutto, è quello a cui dobbiamo mirare. I segretari nazionali della Cisl e della Uil non sono due belle persone ma la Camusso sì e la base della Uil e della Cisl non è come i suoi dirigenti. Teniamo duro perchè molto altro di organizzato non c’è e abbiamo bisogno di organizzare le lotte, l’opposizione e il dissenso in un qualche modo. I movimenti sono una bella cosa ma non bastano.

  9. Da qualche parte bisogna pur ricominciare,che facciamo buttiamo tutto nel cesso e continuiamo a lasciare campo libero a questa incapace classe politicodirigenziale che ci ha riportato indietro di trent’anni e più?

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