A lezione da Nando dalla Chiesa

Aula 12, ore 16:30. Facoltà di Scienze Politiche della Statale di Milano. Una piccola aula che, nella descrizione all’ingresso, può contenere fino ad un massimo di 133 studenti. Siamo molti di più, almeno duecento. Chi è arrivato tardi o semplicemente è arrivato in orario, ma si è dovuto mettere in fila per entrare, sta seduto per terra. È il terzo anno che tra gli ulteriori insegnamenti a scelta c’è il corso di Sociologia della Criminalità Organizzata e, stando alle cronache, è sempre stato uno dei corsi più affollati e seguiti dall’inizio fino alla fine. Un corso che, a dire il vero, dovrebbe figurare tra i corsi obbligatori di ogni studente serio di Scienze Politiche (anche se provengono da più facoltà, storia, filosofia, giurisprudenza, a seguirlo).

C’è un clima di grande attesa e si respira un entusiasmo che è raro trovare in altri corsi “obbligatori”, un interesse e una passione che non ho mai visto prima, almeno in una tale concentrazione, in un’aula universitaria.

Entra Dalla Chiesa, fa molto caldo, l’estate anticipata finirà il giorno successivo (martedì) proprio durante la sua lezione (un temporale che abbassa drasticamente la temperature a Milano, ma che fa pensare a molti “corso bagnato, corso fortunato”). Prende il microfono, inizia a presentare quello che si farà nel corso.

Se siete qui è perché non volete diventare dei cretini.” E cita un bellissimo episodio raccontato da Giovanni Falcone nel suo libro-intervista con Marcelle Padovani (Cose di Cosa Nostra), che chi scrive conosceva bene, essendo nata la mia ammirazione anzitutto intellettuale per Falcone proprio da quel libro che trasuda un’elevatezza culturale assai rara di questi e di quei tempi.

Uno dei miei colleghi romani nel 1980 va a trovare Frank Coppola, appena arrestato, e lo provoca: “Signor Coppola, che cosa è la mafia?”. Il vecchio, che non è nato ieri, ci pensa su e poi ribatte: “Signor giudice, tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia…

La disponibilità e il bisogno di cretini.”, dice Dalla Chiesa. “Qui sta la chiave di tutto, prima ancora che nelle complicità intenzionali o nelle affinità morali.

E l’essere cretini, precisa, in questo caso non implica un basso livello intellettuale o professionale, anzi, a volte il cretino è un grande intellettuale, un grande magistrato, un grande politico. Il cretino viene inteso come “idiota”, ovvero “inetto a partecipare alla vita pubblica”, nella fattispecie in un tessuto sociale dominato da una presenza mafiosa.

Il cretino farà spontaneamente, spesso in buon fede, ciò di cui la mafia ha bisogno. Di più: lo farà gratis. E se ci sarà da omettere, ometterà. Più in generale: se bisognerà capire, lui non capirà. Anzi, porterà a sostegno delle azioni od omissioni desiderate dai clan nuove e insospettabili argomentazioni. Talora con un entusiasmo da neofita. Userà parole che i clan, o gli ambienti a loro vicini, non avrebbero saputo inventare o rendere credibili.

Il timore per gli eccessi di intelligenza e di protagonismo, l’amore smodato per le fedeltà personali, nelle aziende come nelle PA, l’allergia dei leader a circondarsi di personalità di rilievo e prestigio, il culto della mediocrità. Tutti fattori che contribuiscono a trasformare chi la mafia la combatte nel suo miglior alleato.

E va avanti Dalla Chiesa a parlare, a spiegare, con una passione e un impegno anche fisico. Penso sia l’unico corso a cui abbia mai assistito in cui prendi appunti per oltre due ore di fila, senza accorgertene. Mercoledì, dopo un’ora e mezza di ininterrotta spiegazione delle fasi dell’economia mafiosa, Dalla Chiesa si ferma, propone due minuti di pausa e parte un coro di “no, vada pure avanti.” La pausa è più per le sue corde vocali che per le nostre mani.

Alla terza lezione siamo ancora più della prima. La voce si è sparsa, si moltiplicano gli entusiasmi, gli interessi, si riaccende una passione per una lotta comune. E ti vengono subito in mente le parole di Berlinguer: “Ci si salva e si va avanti se si agisce tutti insieme e non solo uno per uno.

Di cretini in questa Italia degli scandali ce ne sono tanti, però, chissà, grazie anche all’impegno costante, coerente e concreto di uomini come Dalla Chiesa, forse i non cretini diventeranno maggioranza. Io ci credo ancora.

15 commenti su “A lezione da Nando dalla Chiesa”

  1. @Mirco: scusa, ma perchè il “popolo” che sceglie altro rispetto alle tue convinzioni è cretino, mentre il “popolo” che sceglie sulla base delle tue convinzioni è “popolo eletto”; sono anche dell’idea che il popolo elettore sia meno puro di quanto si possa credere, sia esso di destra o di sinistra.

  2. @mario: non è questione di un popolo che sceglie diversamente dalle idee altrui, sono i fatti che dimostrano che il popolo italiano, attraverso il voto (più o meno truccato), ha eletto una massa di cretini criminali sia nella maggioranza che nell’opposizione…

  3. purtroppo roberta ha ragione sia a destra che a sinistra c’è una pochezza ideologica e tanta voglia di stare attaccato alla poltrona che fa in modo che nessun altro gli prenda il posto mettendo chi vuole nelle liste elettorali

  4. @ Roberta e Cristina: siamo al solito gioco al massacro tipico di quelli/e a cui non gliene frega niente. Non mi sembra proprio che maggioranza e opposizione siano la stessa cosa, a meno che non apparteniate a quella elite che non ha potuto essere rappresentata in parlamento o che per essere snob non vota e allora tutti gli elettii sono indegni o cretini criminali. Scendete dal piedistallo e datevi da fare che magari tutti insieme si può cambiare altrimenti Berlusconi, anche grazie a voi, governerà per altri vent’anni!

  5. @giordano: posso anche scendere dal piedistallo, ma rimane il fatto che ORA, non c’è nessuno che mi possa rappresentare ne in parlamento ne da nessun’altra parte. non ho mai rinunciato al mio diritto/dovere di esprimere il mio pensiero attraverso il voto, ma ti assicuro che ho assistito personalmente a tutta una serie di merdate fatte da quella parte politica che consideravo la mia salvezza per cambiare la situazione e sono arrivata alla conclusione che per far si che berlusconi e cretini criminali al seguito vengano cacciati via non basti scendere dal piedistallo e votare a sinistra…

  6. @mario: guarda che penso che la colpa sia di tutti….destra e sinistra e del popoletto che sta a guardare con le mani in mano….il problema vero e che questa classe politica non guarda al futuro ma rimane ancorato al passato…. un paese all’ avanguardia si dovrebbe basi sui giovani in questo momento i giovani non hanno futuro…….

  7. Vorrei chiedere al sig. Dalla Chiesa se va d’accordo con la sorella Rita che ama b. con grande trasporto…

  8. Roberta, sento molta delusione e amarezza e mi preoccupa il tuo “non basta”. Penso e sostengo però che il voto, magari impegnandosi per migliorare e coreggere quelli che pur rappresentandoci non ci soddisfano pienamente, resti l’unico modo per cambiare e migliorare la meserevole situazione in Italia.

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