Montezemolo scende in politica (e non è un pesce d’aprile)

Eccoci, con estrema puntualità, non appena scatta l’ipotesi nuove elezioni, subito ricompare sulla scena Luca Cordero di Montezemolo, che usa la solita platea estranea ai fatti (il congresso del Siap, a Napoli) per mettere sotto accusa la classe politica italiana e mettere in luce il rischio di disfacimento delle istituzioni, nonché del sistema paese. Aggiungendo che con questo scenario desolante, cresce la tentazione di fare politica. Ci si chiede perché mai non abbia iniziata a farla da quando si è scoperto paladino di una certa sinistra (se così si può chiamare quel coagulo di radical chic che un giorno indicano Profumo, l’altro giorno Saviano e quello dopo ancora finanche Gianfranco Fini), cioè da quando ha cominciato a fare i duetti filosofici con Cacciari, a martellare sulle inefficienze del governo Berlusconi e perché Italia Futura non è subito diventata un partito, ma ha scelto l’incipit berlusconiano dei club sparsi per l’Italia.

Bhè, ora sappiamo che il Terzo Polo ha il suo leader. E di questo siamo umanamente contenti. Mi chiedo, però: Montezemolo non ha anche lui un piccolo conflitto di interessi? Così, giusto per evitare di rifare i soliti errori, anche Berlusconi si era presentato agli esordi nel 1994 come Montezemolo: l’Italia del Fare contro l’Italia del Magna Magna della Prima Repubblica. Perché alla fine i toni usati non sono molto diversi da quelli che usavano per l’appunto Berlusconi, Fini, Bossi, D’Alema e tutti gli altri, quando il vecchio sistema politico si stava decomponendo.

C’è bisogno di una leadership che dica la verità, che abbia il coraggio di decidere, di rianimare l’Italia, di aiutarla a riannodare il filo della sua storia e di ritrovare la sua identità e la fiducia in se stessa. Credo che l’Italia sia come una Ferrari una macchina straordinaria fatta per correre, per competere e per vincere. Non possiamo più permetterci di tenerla ferma ai box per paura di una sconfitta, dobbiamo rimetterla in moto. Tutti insieme.

E su Marchionne, cos’ha da dire? Sul lavoro? Sui reati dei “white collars”? Perché de facto oggi Montezemolo ha ribadito il primato della Questione Morale sulla capacità di questo Paese di ridarsi uno slancio di orgoglio e rimettersi in moto… ma quante realistiche possibilità avrebbe di lottare contro monopoli, clientele, rendite di posizione, privilegi, sprechi e ingiustizie? La Questione Morale, a cui sono collegate tutte le questioni che affliggono l’Italia, è un problema politico che va affrontato con armi culturali: quale arsenale culturale possiede Montezemolo? Il mito della Ferrari per tutti gli Italiani?

Certo, tra una Destra guidata da Berlusconi e una Destra guidata da Montezemolo, mi sentirei più tranquillo con la seconda (anche se poi sarebbe la Sinistra che sarebbe travolta dall’inciucio permanente)… ciò però non cambia che sempre di destra rimane. Non vorrei che, adesso, a Sinistra si facesse la gara a chi è più Tafazzi, cercando di intestarsi prima di altri il leader e facendo magre figure di fronte all’opinione pubblica. (come si cercava di fare con Saviano, che fortunatamente ha declinato l’invito di farsi logorare dai soliti impresentabili)

Per parafrasare Montanelli quando scese in campo Berlusconi: “Montezemolo lasci perdere la politica. Non è affar suo.

30 commenti su “Montezemolo scende in politica (e non è un pesce d’aprile)”

  1. Vedo che personaggi come Savo….esprimono davvero pace coi loro commenti……
    Ke skifo di ipocrisia

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