C’era bisogno di Sanremo per pubblicare Antonio Gramsci a sette euro?

Eccoci qua. Per la serie “non c’è mai limite al peggio”, ecco l’ennesima prova che anche chi si riempie la bocca della parola cultura tutti i giorni, alla fine la produce solo se è sicuro di fare molti utili, indipendentemente dalla qualità.

In questo caso la qualità c’è tutta, perché stiamo parlando di Antonio Gramsci. E devo ammettere che, finalmente, Chiarelettere ha abbandonato, almeno per questa nuova serie di “instant book” (ma se hanno oltre 80 anni i testi di Gramsci?) quell’orrenda grafica che contraddistingue tutti i suoi libri, in favore di una più fresca e certamente più gradevole agli occhi copertina.

Ma il punto rimane un altro: c’era veramente bisogno di Luca e Paolo sul palco dell’Ariston per pubblicare Antonio Gramsci ad un prezzo accessibile (soprattutto per noi giovani, che fino a qualche anno fa potevamo solo ammirare i volumi della Fondazione Gramsci a prezzi da rapina)?

Evidentemente sì. E Chiarelettere, nata nel 2007 come editore dei libri di Travaglio, non si è dimostrata come casa editrice molto diversa dalle altre.

Del resto, non è piaciuto per nulla ai tanti lettori di Voglioscendere il fatto che, a dicembre, il blog dei record di Travaglio, Gomez e Corrias sia stato spazzato via per far posto al blog CadoinPiedi, molto bello e ricco di contenuti, per carità, ma che de facto ha espropriato iscritti, visite e posizioni in classifica allo storico blog per dare più visibilità a tutti gli autori di Chiarelettere (tra cui ci sono anche persone che pubblicamente hanno affermato di essere contenti della chiusura di Voglioscendere in quanto non ne condividevano i contenuti).

Dunque, bella l’idea di diffondere le parole dei Grandi del Passato (ma l’abbiamo avuta prima noi di Qualcosa di Sinistra, che Gli indifferenti di Gramsci lo pubblicavamo il 22 gennaio, così come le parole di Berlinguer, Pertini, Calamandrei e altri). Sinceramente, però, ci sembra un po’ troppo ipocrita lanciarla dopo la performance di Luca e Paolo.

24 commenti su “C’era bisogno di Sanremo per pubblicare Antonio Gramsci a sette euro?”

  1. Perchè denigrare sempre e andare a cercare motivi reconditi:è stato fatto, bene, anzi benissimo…..e ben venga Sanremo se serve anche a questo e . come cantava Bennato, non son solo canzonette!

  2. Questo è il termometro del livello culturale, e di tutto cio che ne consegue, degli italiani. 150 anni fa, un uomo disse : fatta l’Italia, ora bisogna fare gli Italiani……….. mi sembra la costruzione della Salerno-Reggio Calabria!!!!!!!!!!!

  3. dovremmo solo rallegrarcene…è un primo passo! grazie a luca e paolo

  4. sicuramente sotto taluni aspetti è triste ma non posso che condividere “…rallegrarcene…è un primo passo…”

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