Eran trecento: eran giovani e forti: e son morti!

“Noi qui sottoscritti dichiariamo altamente, che, avendo tutti congiurato, sprezzando le calunnie del volgo, forti nella giustizia della causa e della gagliardìa del nostro animo, ci dichiariamo gli iniziatori della rivoluzione italiana. Se il paese non risponderà al nostro appello, non senza maledirlo, sapremo morire da forti, seguendo la nobile falange de’ martiri italiani. Trovi altra nazione del mondo uomini, che, come noi, s’immolano alla sua libertà, ed allora solo potrà paragonarsi all’Italia, benché sino ad oggi ancora schiava.”

Carlo Pisacane ed i suoi compagni di viaggio si unirono in questa dichiarazione prima di imbarcarsi sul piroscafo Il Cagliari. Avevano raccolto una banda capace, secondo il loro piano, di far scoppiare la scintilla che avrebbe acceso nuove insurrezioni e che avrebbe regalato la libertà al popolo italiano. Purtroppo la loro impresa fu smorzata sul nascere in seguito all’arresto e all’uccisione degli insorti.

La storia del Pisacane è oggi sconosciuta a molti anche a causa del suo sfortunato esito. Non è importante, perciò, soltanto il significato storico che l’impresa assunse, ma il sentimento che animò quell’esiguo gruppo di rivoluzionari che sognavano la libertà di un popolo sia dal dominio piemontese che da quello austriaco. Pisacane, infatti, scrisse nel suo testamento:

“Credo al pari, che il governo costituzionale del Piemonte sia più nocevole all’Italia, che non la tirannia di Ferdinando II. Credo fermamente che, se il Piemonte fosse stato governato nella stessa maniera che gli altri Stati italiani, la rivoluzione d’Italia a quest’ora si sarebbe fatta.”

Carlo Pisacane, nato nell’Agosto del 1818 in ambiente aristocratico decaduto, sin dalla giovinezza coltivò un animo idealista e rivoluzionario nonostante gli studi militari compiuti nel collegio militare della Nunziatella. È sempre grazie ad alcuni passi del suo testamento, pubblicato alcuni giorni dopo il fallimento della sua impresa, che si attesta la sua vicinanza ad ideali socialisti e di libertà. Egli scriveva infatti:

“I miei principî politici sono abbastanza conosciuti: io credo nel socialismo, ma nel socialismo differente dai sistemi francesi, che tutti più o meno sono fondati sull’idea monarchica, o dispotica che prevale nella nazione; è l’avvenire inevitabile e prossimo dell’Italia, e forse di tutta Europa. Il socialismo, di cui io parlo, può riassumersi con queste due parole: libertà ed associazione.

Ho la convinzione, che le strade ferrate, i telegrafi elettrici, le macchine, i miglioramenti dell’industria, tuttociò infine che tende a sviluppare e facilitare il commercio, è destinato, secondo una legge fatale, a render povere le masse, finché non si operi la ripartizione dei profitti, per mezzo della concorrenza. Tutti siffatti mezzi aumentano i prodotti; ma essi li accumulano in poche mani, per cui tutto il vantato progresso non si riduce che alla decadenza.”

Nel 1857 Carlo Pisacane morì insieme a molti dei suoi compagni, e alla fine dello stesso anno Luigi Mercantini dedico alla loro impresa la poesia La spigolatrice di Sapri, che così ricorda quel gruppo di coraggiosi uomini liberi:

“Eran trecento, e non voller fuggire;
Parean tremila e vollero morire:
Ma vollero morir col ferro in mano,
E innanzi ad essi correa sangue il piano.
Finchè pugnar vid’io, per lor pregai;
Ma un tratto venni men, né più guardai…
Io non vedeva più fra mezzo a loro
Quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro!

Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti!”

 


27 commenti su “Eran trecento: eran giovani e forti: e son morti!”

  1. …con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro un giovin camminava innanzi a loro fecemi ardita e presolo per mano dissi: dove vai bel capitano?guardommi e mi rispose oh mia sorella vado a morir per la mia patria bella………..

  2. e quando fuor dalla certosa ai muri s’udiron a suonar trombe e tamburi,e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille,piombarono loro addosso più di mille.eran trecento e vollero morire,ma vollero morire col ferro in mano…

  3. la certosa della poesia,e dei fatti realmente accaduti,è la certosa di padula in prov.di salerno.chi pùo vada a visitare l’ossario dei 300 dove si trovano i resti di chi ha combattuto per la nostra libertà!

  4. Potessero vederci ora inorridirebbero a vedere gente che fà parte del governo che si allontana da dove si suona l’inno e da dove si festeggia l’unità di questo nostro paese. Che dovrebbero pensare? Ma chi ce l’ha fatto fare? Poi approfondendo nel vedere quella gente…….. poveri ragazzi morti per un ideale sacrosanto calpestato da degli imbecilli.

  5. L’Italia di allora veniva governata da gente straniera e il popolo insorgeva, lottava x la propria libertà,sino al massimo sacrificio pur d’ottenerla… Oggi siamo costretti a vedere un’Italia governata da italiani che rinnegano la propria origine..Ma la cosa peggiore è che hanno il nostro consenso…….” ERAN 300 ERAN GIOVANI E FORTI” Ma non moriranno mai!!!!!

  6. Che meraviglia leggervi..e credetemi che tristezza ,per me non ricordarla…cioe’ se la rileggo con voi..piano piano la ripeto con la solita punteggiaura dei 50anni fa’,i tempi della mia freguentazione scolastica…poi purtroppo anche la vita ,e che vita…i suoi mille e piu’ problemi accantona le belle cose da una parte del cervello !Poche volte ne’ abbiamo la possibilita’ di rispolverarle da’ li’..il tempo vola..e giorno dopo giorno i momenti si fanno,ancor piu’ veloci,pressanti,difficili,l’oggi e’ gia’ domani e per arrivarci ci dobbiamo inventare l’inventabile !Sempre piu’ spesso balena in me..la notte ,quando i problemi sono piu’ assillanti e penso come poterli affrontare,di poter finalmente dormire per sempre ,non risvegliarmi !Ma in 60 anni di vita ,non mi sono mai arresa..e l’ultimo..ultimo pensiero prima del mio piccolo sonno.e’ per le persone che amo,per i miei nipoti,figli,parenti…amici conoscenti e non ,per il mondo intero…ed ancora rinasce dentro me ,la voglia di lottare,le voglia di non arrendermi…mi sveglio al mattino e gia’ quella forza che mai mi ha abbandonato e risorta,e sono sicura che la portero’ con me fino al mio ultimo respiro!

  7. Una riflessione ed un’appello,veramente di cuore x tutti noi;E’ il momento giusto e irrevocabile di RI tornare veri Italiani le vicende che ci accadono intorno a noi e che tanto disprezziamo,ci riguardano e’ li’ che dimostriamo di essere CITTADINI ITALIANI !Io ,almeno io non mi faro’ piu’ distogliere dall’esserlo in tutti i sensi l’ideali li ho…adesso mi risento orgogliosa di mostrarli,con l’inno e la bandiera non sono solo simboli..sono oltre,sono la mia identita’ !

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