Nostra signora dell’ipocrisia (18 anni dopo)

In questo momento particolare, all’indomani della cosiddetta “epocale riforma della giustizia”, alla vigilia di una lunga serie di lunedì che ricordano le puntate di “un giorno in pretura”, c’è una canzone semi-sconosciuta di Francesco Guccini che uscì nel 1993 (anno prima della famosa “discesa in campo” del piduista) e che oggi conserva un sapore di strana attualità. Questo brano pieno di metafore e di allusioni ci aiuta a riflettere di quanto l’ipocrisia la faccia da padrona ieri come oggi….

Invito tutti ad ascoltare con attenzione le parole che sono state abilmente riprodotte da questo video tratto da youtube.

 

Nostra signora dell’ipocrisia

 

 

Alla fine della baldoria c’era nell’ aria un silenzio strano,
qualcuno ragliava con meno boria e qualcun altro grugniva piano;
alle sfilate degli stilisti si trasgrediva con meno allegria
ed in quei visi sazi e stravisti pulsava un’ ombra di malattia.
Un artigiano di scoop forzati scrisse che Weimar già si scorgeva
e fra biscotti sponsorizzati videro un anchorman che piangeva
e poi la nebbia discese a banchi ed il barometro segnò tempesta,
ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa…

Il mercoledì delle Ceneri ci confessarono bene o male
che la festa era ormai finita e ormai lontano il carnevale
e proclamarono penitenza e in giro andarono col cilicio
ruttando austeri: “Ci vuol pazienza! Siempre adelante ma con juicio!”
E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell’ Ipocrisia
perchè una mano lavasse l’ altra, tutti colpevoli e così sia!
E minacciosi ed un po’ pregando, incenso sparsero al loro Dio,
sempre accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io…

La domenica di Mezza Quaresima fu processione di etere di Stato
dai puttanieri a diversi pollici dai furbi del ” chi ha dato ha dato ”
ed echeggiarono tutte le sere, come rintocchi schioccanti a morto,
amen, mea culpa e miserere, ma neanche un cane che sia risorto
e i cavalieri di tigri a ore e i trombettieri senza ritegno
inamidarono un nuovo pudore, misero a lucido un nuovo sdegno:
si andò alle prime con casto lusso e i quiz pagarono sobri milioni
e in pubblico si linciò il riflusso per farci ridiventare buoni…

Così domenica dopo domenica fu una stagione davvero cupa,
quel lungo mese della quaresima, rise la iena, ululò la lupa,
stelle comete ed altri prodigi facilitarono le conversioni,
mulini bianchi tornaron grigi, candidi agnelli certi ex-leoni.
Soltanto i pochi che si incazzarono dissero che era l’ usato passo
fatto dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in basso!
Poi tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare,
solo qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare…

 

by Francesco Guccini

25 commenti su “Nostra signora dell’ipocrisia (18 anni dopo)”

  1. ai fan di Guccini è conosciuta…. ma sfido chiunque di voi a dimostrarmi di averla almeno una volta ascoltata in tv o in radio…

  2. Venghino… venghino…signori, VENDO tutto: il presidente della repubblica; la Corte Costituzionale, la Magistratura, il Parlamento, la Rai …tutti gli organismi di controllo…COMPRO escort, parlamentari, spie, traditori, corrotti, corruttori, e, come chiudevano le lettere i soldati sul fronte, non mi prolungo oltre…..

I commenti sono chiusi.