I Giovani alle prese con le sfide del Duemila (Abstract)

Ripropongo, oggi, un discorso di Enrico tenuto ai giovani della FGCI, la cui straordinaria attualità colpisce particolarmente.

I Giovani alle prese con le sfide del Duemila (Abstract)
Enrico Berlinguer, 18 aprile 1982, Milano
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Bisogna pensare ai problemi che cominciano a porsi come decisivi per i prossimi decenni, problemi di portata tale da generare possibilità e pericoli straordinari e sin qui impensati e impensabili.

Se volgiamo lo sguardo alla storia di questo secolo scorgiamo straordinari progressi nella coscienza dei popoli e delle persone umane che li compongono. Vi è stato, innanzitutto, un risveglio da forme di soggezione secolare, fondato sopra il risveglio delle coscienze individuali. A determinare una modificazione delle coscienze è venuto uno straordinario aumento della informazione che ha spezzato isolamenti e chiusure.

Da tutto questo è derivata anche la possibilità di ripensare i fondamenti più profondi del nostro vivere in società, che porta con sé una riconsiderazione generale della società, della sua trasformazione e della politica.

Ma guai a non vedere che, nello stesso tempo, si aprono dinnanzi all’umanità anche potenzialità negative.

Si esercitano sulle nuove generazioni, sollecitazioni crescenti per il consumo, si aumenta il loro patrimonio di informazione, ma non si riesce ad assicurare loro un tempestivo ingresso nel mercato del lavoro; condizione di frustrazione profonda, causa, non unica né ultima, di tante forme di sbandamento.

Vi è chi teorizza che i fenomeni di sbandamento sarebbero inevitabili per sistemi democratici che garantiscono le libertà dei cittadini. Non lo crediamo. Noi pensiamo piuttosto che nel presentarsi di questi mali si manifesti piuttosto una degenerazione profonda dei sistemi democratici, dovuta alla contraddizione tra le motivazioni egoistiche della società capitalistica e il bisogno crescente di solidarietà e di reciproca comprensione umana, tra le prediche moraleggianti e i pessimi esempi pratici dati proprio da molti di coloro che dovrebbero fornire il buon esempio, dovuta all’incapacità di saldare libertà, giustizia ed efficienza.

Non sono molti i politici dimostratisi capaci di pensare a questi problemi in modo non troppo vincolato da puri e ristretti calcoli di interesse, particolarmente in Italia è possibile avvertire in molti episodi della lotta politica interna alle forze del Governo una ristrettezza di orizzonte attorno a non nobili contese di interessa di parte.

Vi è una preoccupante diminuzione del tasso di saggezza nei reggitori del nostro Paese e, per quanto si vede, nel mondo intero. Sta crescendo, però, il numero di esponenti politici che cominciano a porre alcuni dei problemi che ho ricordato in tutta la loro drammaticità.

Vi sono inoltre organismi internazionali, istituzioni e associazioni religiose che hanno lanciato allarmi e in molti casi promosso iniziative, fra le forze che pensano ai problemi accennati c’è il Partito comunista italiano.

Abbiamo molti difetti, ma non quello di sfuggire all’analisi e al confronto con la realtà del mondo di oggi, ci sforziamo di comprenderla in tutta la sua portata e cerchiamo di elaborare nostre proposte, di sviluppare iniziative, di stabilire contatti e intese con tutte le forze che possono e devono essere interessate a far marciare le cose nella direzione giusta

Riscopriamo così l’esigenza del socialismo fondato sulla difesa e la pienezza di tutte le libertà. Il socialismo come lo pensiamo noi non esiste, si tratta di una parola vuota? Quando iniziarono le prime rivoluzioni liberali le Costituzioni democratiche non esistevano, ma non per questo parole come Democrazia e Costituzione erano parole vuote!

Oggi siamo in una fase nuova e diversa del socialismo, da tempo i comunisti italiani hanno considerato superato il mito dei paesi di tipo sovietico, modelli che giudichiamo non trasferibili in paesi come il nostro, tuttavia anche in quei paesi devono essere attuate riforme economiche e politiche che non possono certo essere arrestate, con misure repressive gravi, come quelle adottate dai militari in Polonia.

La necessità del socialismo riprende forza come espressione dei bisogni dell’uomo di oggi, ciò non vuol dire che solo chi sceglie l’obiettivo del socialismo può operare per la salvezza e il progresso dell’umanità. Non è così. Vi è un’altra grande necessità che oggi prende vigore: l’incontro e la collaborazione tra tutte le forze che possono farsi interpreti di questi bisogni nuovi, collaborazioni che esaltino i valori di cui ognuno è portatore, in uno sforzo di reciproca comprensione e di comune arricchimento.

Bisogna avere delle idee-forza, lavorare per prendere e dare consapevolezza piena delle contraddizioni nuove del tempo nostro, sviluppare soluzioni possibili che migliorino e arricchiscano noi stessi nel nostro rapporto con gli altri.

Tuttavia la prima verità che va ricordata a tutti i giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà appannaggio degli altri, mentre sono loro, i giovani, i quali hanno l’interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a garantire che un futuro vi sia.

Va ricordato infine che mai è stato facile essere comunisti, e tuttora non lo è.

 

Se vuoi leggere l’intero intervento di Enrico utilizza il link qui sotto per accedere al nostro Databerlinguer:
http://www.enricoberlinguer.it/databerlinguer/scritti-discorsi-incontri-1972-1984/i-giovani-alle-prese-con-le-sfide-del-duemila/

 

 

Articolo Ripubblicato su http://democraticidibase.blogspot.com/2011/02/giovani-alle-prese-con-le-sfide-del.html

30 commenti su “I Giovani alle prese con le sfide del Duemila (Abstract)”

  1. è vero Enrico ma la macchina del fango è quanto di più orribile ci sia…. fango gratuito come ti permetti di dissentire….. i giovani se ne vanno dalla politica….. m forse la servono meglio da fuori!! Rinnovamento ed Eticità sono inscindibili!! !! !!

  2. …. sono felice ed orgogliosa..di averlo conosciuto….e sentito parlare…..mammamia…..quanto mi mancaaaaaaa……..

  3. ero ai suoi comizi in Piazza Maggiore , mi vengono i brividi a ricordarlo;era coinvolgente , con parole sempilici esprimeva concetti base della societa’.Enrico andava oltre il suo tempo.Grazie per esserci ancora e per averci insegnato il rispetto della comunita’ e dell’uguaglianza senza astio e arroganza

  4. Ce ne fosse anche solo uno lontanamente degno di Berlinguer… Avremmo qualcuno da seguire, avremmo una guida!!!

  5. Purtroppo di frequente quando si intavola un discorso politico,ci si sente rispondere con la frase:io di politica non mi interesso,sono tutti uguali.Allora rispondo con una frase che ho imparato da un compagno e collega di lavoro,figlio di un sindaco di Muggiò(MI) x anni :la politica la fai o la subisci.Che è quello sopracitato e che stiamo subendo grazie al menefreghismo di molti italiani ,se non erro oltre il 20%.

  6. nel mondo del solo “fare” si ruba il tempo alle riflessioni e stanno cercando di convincerci che bisogna solo “fare”, fermarsi e riflettere non è PERDERE TEMPO ma è occupare meglio il tempo … è anche per questo che vogliono uccidere il pensiero sul nascere e quindi anche la scuola . Il potere economico che vuole uccidere la riflessione e il pensiero …caspita che bel paese..

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