Piazza Craxi a Milano? NO, grazie!

Sabato scorso a Lissone è stata inaugurata Piazza Bettino Craxi, per la gioia dei cittadini (erano talmente felici che c’era la polizia antisommossa che doveva fermarli tanto l’entusiasmo) e soprattutto di tutti i disonesti d’Italia, che ora già inviano dettagliate lettere al sindaco della propria città per indicare la via che vogliono gli sia intestata non appena passeranno a miglior vita.

Sì, perché quel che viene meno quando si intesta una piazza ad un politico corrotto e latitante (condannato in contumacia a 10 anni di galera, senza contare tutti i processi fermi al secondo grado per un totale di una ventina d’anni) non è tanto la Morale (quella è roba per parrucconi, in fin dei conti), quanto lo Stato di Diritto.

Diceva Rousseau che la democrazia esiste laddove non c’è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi. L’Italia 2011 del Bunga Bunga è dunque una democrazia?

Non c’è più lo Stato di Diritto, non c’è più una Morale (pubblica), quindi non c’è più (o forse non c’è mai stata) democrazia. E soprattutto non c’è un partito che riesca ad incarnare una visione della società e dello Stato diametralmente opposta a quella concepita dal Berlusconismo, che altro non è che la versione mediaticamente corretta del Craxismo.

Perché se anche dall’opposizione si incensa Bettino Craxi (da Fassino a Veltroni, da Vendola a D’Alema), come lamentarsi poi che milioni di persone smettono di andare a votare e, soprattutto, i giovani si allontanano sempre più dalla politica, considerata (e a ragione) una cosa sporca, inutile, una mera macchina di potere mangiasoldi che non risolve problemi, anzi, li crea?

Per fortuna, c’è ancora un’Italia che si indigna e l’inaugurazione della piazza si è trasformata in una riedizione delle proteste del ’92 contro l’allora leader socialista: monetine, pernacchie, fischi, un assordante coro “ladri, ladri” ha accolto Stefania Craxi, impedendole di tagliare il nastro della piazza nella città governata da 15 anni dalla Lega.

Molti i militanti dei partiti, ma ancora di più i cittadini comuni, che hanno deciso di sostituire la targa “Piazza Bettino Craxi – Statista” in “Piazza Sandro Pertini – Presidente di tutti gli Italiani”.  

Un atto talmente vile da far scatenare Bobo Craxi, che si trovava a Cagliari: “la gazzarra indegna di Lissone è stata organizzata dai giannizzeri di Di Pietro e dal consigliere regionale del Pd Civati, il cosiddetto “rinnovatore”. Essi avranno la risposta che meritano perchè non sono capaci di discutere di politica e di storia, ma di muovere primordiali risentimenti. La sinistra piaccia o no è stata guidata dal socialismo democratico in Italia e in Europa. Altre esperienze sono finite e fallite e questi epigoni superstiti verranno schiacciati anche in Italia.

Poveretto: oltre a non conoscere la Storia, se l’è presa pure con la persona sbagliata (Civati), colpevole semplicemente di aver appoggiato l’iniziativa di contro-intitolare la Piazza a Pertini (c’è ancora qualcuno che nel PD si indigna per certe cose).

Del resto, sappiamo bene che a Bobo, figlio d’arte, è sempre assai più piaciuto l’altro consigliere regionale del PD, Filippo Penati, ex-migliorista comunista ed ex-presidente della provincia di Milano, il quale si è sempre speso nel definire Craxi “uno statista” (e poi si chiede perché mai abbia perso due elezioni di fila, provinciali e regionali, un record che neanche Veltroni).

E visto che Penati, dimissionario a novembre dal ruolo di coordinatore della segreteria di Bersani, è tornato a Milano per “aiutare Pisapia a vincere”, la domanda è come si comporterà il candidato sindaco del centrosinistra di fronte all’annuncio di Stefania Craxi che in primavera ci sarà anche a Milano una nuova Piazza Craxi. (guarda che caso, dallo staff nessuno ha deciso di commentare la faccenda).

Della serie: dalla Milano da bere degli anni ’80 alla Milano da vomitare del 2011. Che potrebbe vedere una Piazza intestata al latitante anche grazie a quei settori del PD sempre pronti a indignarsi di fronte a Berlusconi per raccattare voti, ma sempre proni a 90° quando si tratta di incensare Bettino.

Lo stesso Pisapia ha un background poco felice: da ex-avvocato di Forlani, ha recentemente dichiarato che l’ex-segretario della Dc non aveva alcuna responsabilità politica, mentre da candidato alle primarie si è espresso contro il concorso esterno in associazione mafiosa, ovvero lo stesso reato per cui è stato condannato in secondo grado Marcello Dell’Utri, che viene eletto da 15 anni a Milano. Mentre sulla questione Piazza Craxi, ha sempre evitato di rilasciare dichiarazioni.

Dunque, fiduciosi che sia solo un abbaglio, speriamo veramente che in primavera a Milano si cambi qualcosa. A meno che non si voglia perdere per l’ennesima volta… ma questa è un’altra storia.

26 commenti su “Piazza Craxi a Milano? NO, grazie!”

  1. perchè no?…tolleriamo un governo fascista e un premier reazionario, industriali ricattatori di diritti e politici che si dicono di sinistra che taroccano le primarie a Napoli senza scendere in piazza e lottare per mandarli a cagare…mi sembra che siamo diventati tutti matti…ci si arrabbia per una cosa del genere….

  2. Su questa strada rischiamo di autodistrugerci a livello planetario. Stramaledetto denaro. Appello agli uomini di buona volontà delle Istituzioni :” Per favore prepariamo un futuro mondo migliore per le generazioni prossime e per quelle dei posteri “. Vogliamo un mondo senza frontiere, ormai siamo pronti ( ADESSO ) per un Mondo senza più Patrie .Gesù ( rivoluzionario ) ci ha lasciato un grande messaggio ben 2000 anni fà : ” Ama il prossimo tuo come tè stesso “,” Se non vuoi un male per tè , non volerlo neppure per il prossimo ( gli altri ) “. Percui Attiviamoci tutti : ” Se non ora quando ??? “

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