Povera Patria

L’Italia nacque 150 anni fa. Un anno importante il 2011. Le celebrazioni sono già cominciate. E proprio durante il primo evento commemorativo, a Reggio Emilia, dove nacque il Tricolore, il Capo dello Stato, lancia il suo monito: “rispettare la Costituzione e il Tricolore, soprattutto per chi ha responsabilità di governo, è un obbligo”. Ora in uno stato normale potrebbe sembrare addirittura un invito banale. Eppure in Italia non lo è. Anzi Frattini in un’intervista ritiene opportuno che di tanto in tanto il Presidente della Repubblica lo ricordi a tutti i deputati e i membri del governo. È facile dimenticare infatti in che paese si è stati eletti e che paese si stia governando. Sono dettagli che possono sfuggire dopotutto.

I destinatari sebbene taciuti sono ben noti. Non solo esiste, in Italia, un partito politico con un nome quantomeno ‘scettico’ rispetto all’Unità come Lega nord per l’indipendenza della padania, ma è anche un partito di governo, con tanto di Ministri della Repubblica e Governatori regionali.

La Lega nord è sempre stato un movimento “originale”. Un tempo i partiti descrivevano una visione del futuro ottimistica, cercavano di convincere i propri elettori a sognare un mondo diverso, un mondo migliore, ognuno promuovendo i propri valori. La Lega invece ha sempre costruito il suo consenso su una visione pessimistica del futuro. Ha sempre promosso quindi antivalori. La cosa più sconvolgente è che raccoglie, e oggi più di ieri, anche un discreto consenso elettorale portando avanti delle battaglie vergognose. La cacciata dello straniero e dell’infedele. La difesa del crocefisso negli edifici pubblici e del presepe accanto alle celebrazioni celtiche al dio Po. L’incitamento alla violenza e alla secessione della padania da “Roma ladrona”. L’insulto delle istituzioni repubblicane e del Tricolore. Il senatur, leader del partito, ha una condanna per vilipendio alla bandiera: l’hanno fatto ministro. Naturalmente i personaggi di spicco non si riducono di certo al solo leader, ma sono tutti scientificamente scelti: la Lega può contare su esponenti dalle indubbie capacità, quali Calderoli, che portò a pascolare maiali dove avrebbe dovuto essere costruita una moschea e Borghezio, sorpreso a svelare il suo piano di ritorno silenzioso al fascismo ad una meeting francese. Ed è meglio fermarsi qui…

Naturalmente le risposte al discorso di Napolitano non si sono fatte attendere. Bossi: “Festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia? Sì, dopo che sarà approvato il federalismo.” Che fosse un chiodo fisso del senatur si sapeva, non manca mai di ricordarlo a Berlusconi, ma anteporlo alle celebrazioni dell’Unità d’Italia è molto più che fuoriluogo. Ma può tutto questo essere sostenuto e portato avanti da dei Ministri della Repubblica? Possono dei Ministri della Repubblica rifiutarsi di celebrare l’Unità d’Italia fino al raggiungimento del loro scopo ultimo e dichiarato del federalismo.

L’articolo 1 dello statuto della Lega nord recita “Il Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord – Padania), costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.” Non c’è nessuna legge che vieta a chi aderisce a uno statuto simile di accedere alle istituzioni democratiche dello Stato italiano? Non si ritiene disatteso a priori il giuramento che ogni Ministro recita davanti al Presidente della Repubblica di fedeltà allo Stato italiano e osservanza della sua Costituzione e delle sue leggi?